Due o tre cose su mio padre
25 settembre 2016
Vincendo «una sorta di pudore», anzi, «una specie di timore» provato per «star facendo qualcosa che somiglia all’“interesse privato in atti d’ufficio”, al “conflitto d’interesse”», in un post del 30 agosto scorso, intitolato Ok, scrivo di mio padre, ho consentito a me stesso di occuparmi del libro scritto da mio padre Orazio che ricostruisce la storia della prestigiosa casa editrice Sansoni di Firenze dove egli ha lavorato fra il 1960 e il 1970, attraverso i carteggi di Giovanni e Federico Gentile con i loro autori e collaboratori.
Libro intitolato «Gentile editore…» ed edito dalla Phasar (pp. 340, € 17,00. Formato e-book € 6,99) dopo che gli eredi del filosofo fascista ucciso dai partigiani e del figlio a cui affidò la conduzione di quell’impresa culturale, hanno tenuto a lungo a candire il testo in un cassetto, senza dare al mio anziano genitore – ha 88 anni – alcun cenno riguardo la possibilità o meno di pubblicare un volume che, giusto o sbagliato che sia, tesse le lodi di quella dinastia ancor oggi presente nel mercato editoriale, ancorché con altri marchi e imprese.