Enrico Zoi

Due o tre cose su mio padre

25 settembre 2016

Mio padre al lago di Vico

Vincendo «una sorta di pudore», anzi, «una specie di timore» provato per «star facendo qualcosa che somiglia all’“interesse privato in atti d’ufficio”, al “conflitto d’interesse”», in un post del 30 agosto scorso, intitolato Ok, scrivo di mio padre, ho consentito a me stesso di occuparmi del libro scritto da mio padre Orazio che ricostruisce la storia della prestigiosa casa editrice Sansoni di Firenze dove egli ha lavorato fra il 1960 e il 1970, attraverso i carteggi di Giovanni e Federico Gentile con i loro autori e collaboratori.

Libro intitolato «Gentile editore…» ed edito dalla Phasar (pp. 340, € 17,00. Formato e-book € 6,99) dopo che gli eredi del filosofo fascista ucciso dai partigiani e del figlio a cui affidò la conduzione di quell’impresa culturale, hanno tenuto a lungo a candire il testo in un cassetto, senza dare al mio anziano genitore – ha 88 anni – alcun cenno riguardo la possibilità o meno di pubblicare un volume che, giusto o sbagliato che sia, tesse le lodi di quella dinastia ancor oggi presente nel mercato editoriale, ancorché con altri marchi e imprese.

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Noi, forse “salvati”

28 agosto 2016

L'ingresso della "Fortezza da basso"

Nel ringraziare Enrico Zoi per l’intervista che mi ha fatto su “esserciweb” prendendo spunto dalla pubblicazione ora nel blog e poi in un e-book delle mie interviste raccolte in Appropriazione indebita, ho menzionato un certo numero di ex studenti del liceo classico Niccolò Machiavelli di Firenze che hanno poi intrapreso come me la strada del giornalismo, e nel ripescare i loro nomi nella memoria – in qualche maniera ripercorrendo i corridoi ed entrando nelle classi di quell’ex edificio militare, direi proprio una caserma con le sue camerate, nel quale ci si imbatte una volta varcato il grande portone di legno che su viale Filippo Strozzi, di fronte al Palazzo dei congressi, consente di accedere alla Fortezza da basso progettata da un pool di architetti al servizio dei Medici, tra i quali spicca Antonio da Sangallo il Giovane – ho visto decine e decine di volti proprio come in una sorta di Facebook privato, a molti dei quali associo un nome e un cognome, qualcuno di una persona a cui sono molto legato, a partire dalla mia ex moglie, ma anche altri amici ed amiche che vedo più o meno frequentemente ma sempre con il medesimo entusiasmo e sentimenti mutati sì ma non ininfluenti, e tanti altri compagni di scuola che invece restano anonimi o rarefatti o come sbiaditi, qualcuno anche svanito.

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La “riappropriazione” di Enrico

27 agosto 2016

Enrico Zoi nella foto del suo profilo Facebook

Enrico Zoi dev’essere entrato al liceo Nicolò Machiavelli di Firenze, all’epoca ospitato dentro la medicea Fortezza da Basso dove ormai si fan solo più mostre di second’ordine o più blasonate sagre di paese, un paio d’anni prima che io, ripetente di un anno perso al ginnasio, me ne stavo per uscire e, se non ricordo male, partecipava a un po’ delle sterminate riunione che si organizzavano all’epoca nelle scuole o nelle case del popolo.

Ci siamo rivisti molti anni dopo tenendoci però, credo, reciprocamente sott’osservazione, perché, come un’altra mezza dozzina di compagni del liceo – mi vengono in mente ovviamente Mario Fortini, e poi Simone Fortuna, Paola Emilia Cicerone, Paolo Russo, per certi versi Francesco Maria Cataluccio, coautore con me di un resoconto sull’ultimo seminario di Cesare Luporini all’Università, e, ma andando ai tempi delle medie anziché delle superiori, Stefano Bucci, sperando non me ne voglia chi rimasto fuori dalla lista –, abbiamo poi intrapreso, con le opportunità che ciascuno ha avuto a disposizione, il medesimo mestiere, quello di dare informazioni, nobile variante di un’attività che c’è chi dice sia quella di far la spia.

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Dal calcio alla pace

19 novembre 2012

Ho un debito di riconoscenza nei confronti di Enrico Zoi, compagno di liceo e collega, in quanto anche lui ha scelto la mia maledetta professione. Perché ha seguito con fedeltà l’iter dei miei libri e anche lui ha all’attivo un discreto numero di pubblicazioni. L’ultima delle quali si intitola Firmamento Viola (Romano Editore, pp. 104, € 9,90), 140 interviste con calciatori, attori, cantanti, giornalisti e semplici tifosi della Fiorentina fatte con la passione di chi va allo stadio Artemio Franchi a vedere la partita in curva Fiesole.

Sono andato nel tardo pomeriggio, dopo essere stato al funerale di un caro amico e a trovar il modo di sopravvivere, alla presentazione del libro alla Feltrinelli International, dove a far gli onori di casa c’era Cinzia Zanfini, l’amico dalle tante giacche Paolo Ciampi introduceva e stuzzicava il dibattito, gli special guest, così si dice, erano  Giancarlo Antognoni, Ardico Magnini ed atteso Kurt Hamrin.

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Sulle tracce del titolo originale

1 ottobre 2012

Il 27 luglio del 2010, dopo l’uscita di Sempre più verso Occidente e altri racconti, Enrico Zoi mi intervistò per Il trillo del diavolo, una bella testata on line messa in piedi da Elena Meynet a cui il collega, amico ed ex compagno di scuola collabora. L’ultima domanda che mi fece in quella intervista che si può leggere qui nel mio blog o qui direttamente nel sito dedicato a una celebre e difficilissima sonata per violino e basso continuo scritta da Giuseppe Tartini, fu relativa a quale altro libro avessi nel cassetto ed io gli risposi che c’erano sette titoli in attesa di editore.

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Qualità senza uomo

6 settembre 2011

Elena Meynet è – come si legge nell’introduzione al sito di cultura, spettacoli e altre non stupide cose www.iltrillodeldiavolo.com di cui è direttrice responsabile –, «giornalista e musicista, filosofa e poetessa quanto basta, ma soprattutto pronta a mettersi in gioco pur di saperne di più», secondo il motto «avere senso critico e riportare opinioni e recensioni firmate, contro la mala-copiatura che, soprattutto on line, sembra divenuta la prassi».

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I cuori del Chianti

4 ottobre 2010

La campagna di Bagno a Ripoli

Non ho in casa un compasso, intendendo lo strumento utile al disegno geometrico senz’altra allusione muratoria. Non ho in casa un compasso, né un atlante su cui sia tracciata la città in cui vivo e il territorio limitrofo, così come molte altre cose. Se l’avessi il compasso, e pure la mappa, potrei  infilarne la punta sulla Cupola del Brunelleschi, tracciando cerchi concentrici che lambiscano i confini dei comuni che circondano Firenze, i cui territori, a questa città super gettonata in tutto il mondo, non danno meno lustro di una delle grandiose opere d’arte custodite nel centro storico del capoluogo toscano. Ebbene nella mia fantasia il cerchio col raggio più corto, ovvero sia il comune più prossimo al cuore di Firenze, è Bagno a Ripoli, e forse mi sbaglio, in realtà è Fiesole o Sesto Fiorentino, ma a me sembra così. Vero o falso che sia, Bagno a Ripoli ha quasi 26 mila anime e 74 chilometri quadrati a disposizione, è la porta del Chianti ed ha una delle campagne più belle che io abbia mai visto. In uno dei suoi angoli per una vita intera avrei desiderato di vivere e quel desiderio è ancora vivo.

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Il trillo del diavolo

27 luglio 2010

La partitura del Trillo del Diavolo

Enrico Zoi mi ha fatto un’intervista che è uscita su www.iltrillodeldiavolo.it, sito per appassionati di scene e più in generale cultura, che prende il nome dalla celebre sonata per violino e basso continuo scritta da Giuseppe Tartini (1692 – 1770), giudicata uno dei brani più impegnativi da essere eseguti. La riporto qui di seguito:

Sempre più verso Occidente con lo scrittore Daniele Pugliese
Scritto da Enrico Zoi
venerdì 16 luglio 2010
Il suo ultimo libro è ‘Sempre più verso Occidente e altri racconti’. Ha una lunga militanza giornalistica, politica e di penna alle spalle. È Daniele Pugliese: per lui scrivere è una necessità.
Tu sei giornalista, storico e scrittore: chi racconta meglio l’attualità oggi, il cronista, l’intellettuale o il narratore?
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