Rumori molesti
3 settembre 2010
Con la sua bella penna, l’amico Stefano Tesi, nel suo blog, fa un po’ come Esopo e Fedro. In un articolo intitolato Forza rana, forza cicala, forza civetta: continuate a togliere il sonno ai turisti che, come i politici, non sanno più qual è il “paese reale”, si serve degli animali per raccontar di nevrosi, sbandamenti, scollamenti della società contemporanea, quella in cui tutti noi viviamo.
Ai suoi aneddoti potrebbe aggiungersi quello che ho narrato io, riprendendolo dall’Ansa, in Il canto di Pia. Anche lì un rumore porta scompiglio. Ed è un rumore assai normale, per non dire naturale: il canto di un gallo.
Ma più che altro vorrei aggiornarlo su un’altrettanto curiosa storiella che m’è giunta all’orecchio. Riunione di condominio. I presenti si lamentano con l’amministratore per quelli diciamo del 5° piano, quale fosse in realtà non lo so. I quali, fortunatamente non c’erano all’assemblea (chissà se avevano delegato qualcuno e cosa stavano facendo nel frattempo). Sì, perché millesimi a parte, lampadine rotte per le scale, spese di pulizia delle scale, l’argomento della serata sono stati i gemiti di lei, l’ardore delle loro passioni, i decibel dell’amplesso, grida, urla, affanni, ansimamenti, preghiere, dichiarazioni e altre celestiali espressioni scaturite non propriamente in gola.