Eugenio Scalfari

Lezione di intervista 6: dal generale al particolare

3 settembre 2016

Mentre parlavo ai ragazzi e già raccoglievo le loro prime domande, rapidamente, quasi con solo colpo d’occhio prontamente colto, ho invitato la mia fedele regista in sala, Irene Misusan, a far saltare la diapositiva seguente che ci avrebbe fatto perdere troppo tempo, rischiando di non farci rientrare nell’orario stabilito.

Avendo però qui spazio la illustro. Si intitolava “Sul filo del rasoio” e mostrava, almeno fino al minuto 1:37, un video, questo:

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Ancora alcune cose

7 ottobre 2013

Carlo Maria Martini

Con la pubblicazione quasi in parallelo di Dalla fede alla dignità, cioè delle “notazioni” di Gilberto Briani sull’articolo Il tentativo di dialogo e sulla postilla “politica” Temporale/spirituale, e dello scritto Della grazia, pensavo potesse ritenersi concluso, da parte mia, il confronto con le tematiche religiose che – è da decidersi se proficuamente o imprudentemente – avevo avviato il 22 luglio pubblicando Sereni: resto ateo.

Ma proprio mentre schiacciavo il tasto “pubblica” sotto le parole di Gilberto, rispetto alle quali a questo punto vorrei dire qualcosa, Eugenio Scalfari dava alle stampe il resoconto della conversazione avuta con il Pontefice, José Bergoglio.

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Dalla fede alla dignità

30 settembre 2013

Gilberto Briani

Ricevo e volentieri pubblico.

Alcune notazioni sul tentativo di dialogo

di Gilberto Briani

Chiamato in causa dal Post di Daniele sul tentativo di dialogo fra Papa Francesco e Scalfari, ho pensato di precisare meglio il mio pensiero su questo dibattito che si è allargato a dismisura sui media italiani.

Costatato che l’archetipo di Gesù Cristo sta ormai invadendo i dibattiti e la letteratura, (è appena uscito un nuovo libro di ben 572 pag. dello psichiatra Vittorino Andreoli, che naturalmente si professa non credente ma anche lui affascinato … ecc., “ Il Gesù di tutti”), mi è parso evidente il fatto che la spiritualità, purché non sia dogma o Chiesa, rimanga il valore principe dell’uomo: spiritualità, che significa legame etico con l’altro e con l’universo, un legame che è il patrimonio della coscienza sia individuale sia collettiva, purificata da ogni fraseologia pre-ordinata e inserita in un sistema di valori che rendano l’uomo libero da ogni tipo di Chiesa o sistema filosofico.

Credente o ateo, non sono più categorie che oggi possono avere una concretezza epistemologica, anzi una realtà culturale e sociologica. Secondo il mio parere, è una distinzione ormai desueta, stanca e consumata da un dibattito sterile, essenzialmente privo di energia creatrice.

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Temporale/spirituale

26 settembre 2013

Ho tenuto volutamente fuori dal resoconto e dalle considerazioni fatti sul “Carteggio Bergoglio-Scalfari”, che si può leggere in Il tentativo di un dialogo, la parte in cui il fondatore di Repubblica commenta i pochi aspetti politici presenti nello scritto pontificio o da esso deducibili.

È una questione assai delicata che merita riflessioni specifiche. Ci provo, dopo aver però dato conto di quello che scrive Scalfari, per il quale sembra sfuggire al pontefice la «visione dell’autonomia della politica». Comprensibile sia così, scrive, perché «uno come lui non può concepire la politica che nel quadro di un servizio ai cittadini. Questa opinione è perfettamente condivisibile ma non può escludere l’egemonia. In un regime di libertà e di democrazia convivono diverse visioni del bene comune, che si confrontano e si scontrano tra loro. Chi ottiene la maggioranza dei consensi e quindi l’egemonia, cerca di realizzare la sua visione del bene comune. Resta o dovrebbe restare un servizio, che passa però attraverso la conquista del potere».

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Il tentativo di un dialogo

26 settembre 2013

Francesco I

Se in uno di questi miei scritti rendessi partecipe il lettore della decisione di non mangiare maiale per rispettare il mio orientamento religioso o lo mettessi a giorno di aver rinunciato al gradevole odore della nicotina per motivi di salute, o anche, che so io, di condividere l’opinione di Frank Edwards, autore di Flying saucer – serious business (1966, tr. it. La verità sui dischi volanti, Milano, Longanesi, 1969), il quale sostiene fermamente l’esistenza degli ufo, non credo che avrei sollevato le reazioni preoccupate o indispettite che hanno fatto seguito alla pubblicazione in questo “mio” blog il 22 luglio scorso di un post intitolato Sereni: resto ateo.

Eugenio Scalfari

Se oggi torno sull’argomento e do conto di alcuni punti prima rimasti nell’ombra è perché nel frattempo ho letto con attenzione gli scambi intercorsi su Repubblica fra Eugenio Scalfari e Jorge Bergoglio, cioè papa Francesco, e fra Piergiorgio Odifreddi e Joseph Ratzinger, il dimesso predecessore del pontefice (di questi scritti fornisco un indice in fondo a questa mia nota).

Gilberto Briani ha strizzato a lungo il mio cervello e i risultati, nel bene e nel male, sono sotto gli occhi di tutti, primo fra tutti quello che è il risultato sotto ai miei occhi quello che per me conta. Io lo stimo e gli voglio bene, comprendo il suo parere, secondo il quale «ri-affermare il proprio ateismo desta sempre nell’altro vaghi sospetti provocatori che possono generare l’effetto opposto…!» Però appunto, se avessi professato altra fede, se non avessi ammesso di non averne, nessuno si sarebbe sentito provocato.

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La strategia della vittima

13 settembre 2013

Eugenio Scalfari

Sono contento che la Società Editrice Dante Alighieri, nel cui catalogo spicca il mitico vocabolario di greco Rocci, abbia deciso di pubblicare – me lo comunica gentilmente l’autore stesso – il saggio di Francesco Bucci, Eugenio Scalfari. L’intellettuale dilettante, del quale ho scritto il 17 giugno scorso in un post intitolato Il diletto di Eugenio, dovendo tornare il giorno stesso sull’argomento con Difesa d’ufficio perché l’autore, pur ringraziandomi dell’attenzione, implicitamente mi dava di intellettuale dilettante, o meglio sottolineava la superficialità del giornalista, reo, a suo giudizio, di aver scritto senza aver letto.

La pubblicazione del libro è la dimostrazione – di cui non si può essere altro che lieti per il bene di tutti – che non è vero in Italia si possa parlar male di Giuseppe Garibaldi, ma non di Eugenio Scalfari. Questa era la tesi sostenuta dall’agenzia letteraria Bottega editoriale incaricata di promuovere il libro non ancora edito di Francesco Bucci, la quale aveva optato per una strategia di comunicazione vittimista: mi discriminano, prendetemi in considerazione, datemi spago, prestatemi la vostra attenzione.

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Difesa d’ufficio

17 giugno 2013

Caro Francesco Bucci,
o mi sono spiegato male o sono stato frainteso. E propendo per la prima. Scrivere come ho scritto di Scalfari in Il diletto di Eugenio «Non escludo che altri errori possa aver commesso e che Francesco Bucci possa aver colto nel segno», non vuol dire che ES non li abbia commessi e FB non li abbia colti. Vuol dire lasciare aperta la questione al giudizio altrui, non pronunciarsi nel merito, astenersi dal giudizio, sospendere la sentenza.

Eugenio Scalfari

Anzi, vuol dire «suppongo che ES li abbia commessi e FB li abbia colti». Non li ho citati uno ad uno perché è il suo libro che lo fa, e il mio sarebbe stato plagio o il gioco della eco. Io mi sono limitato a quelli che conosco di persona e di cui ho memoria. Lasciando che il lettore interessato a scoprirli legga Eugenio Scalfari. L’intellettuale dilettante, di Francesco Bucci, e non solo il comunicato stampa di Bottega editoriale, che su Google gode già di una certa fama e diffusione.

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Il diletto di Eugenio

17 giugno 2013

Francesco Bucci ha scritto un saggio che si intitola Eugenio Scalfari. L’intellettuale dilettante, dopo molto girovagare ha trovato l’Agenzia letteraria Bottega editoriale al quale è piaciuto ed ha tentato di proporlo a diverse case editrice ricevendo, pare, solo rifiuti.

Rifiuti dettati, spiega il comunica stampa che accompagna il pdf del libro, non dal fatto che il testo non piacesse o non rientrasse nelle strategie editoriali, ma perché… «Qualcuno ce l’ha detto direttamente (ma solo rigorosamente a voce…); qualcun altro ce l’ha fatto capire, guardandosi bene però dal dichiararlo. La sostanza, comunque, era uguale: “Perché mettersi contro il Partito di Repubblica”? Eppure, il testo, lo ribadiamo, veniva nella gran parte dei casi giudicato valido…».

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Con questi giovani

16 ottobre 2011

Eugenio Scalfari

Non conosco tutte le carte, i documenti, le eventuali risoluzioni prese o messe a punto dagli indignati ed ho già scritto ieri (Domande alla politica) che non sono indignato: non lo sono neanche per gli scontri a Roma, non perché non provi fastidio, disprezzo e una distanza abissale che mi porta a condannare senza appello quella teppaglia, ma perché sono abbastanza convinto che fosse prevedibile, e su questo punto semmai tornerò in seguito. Mi limito, qui, a segnalare un link per mostrare inequivocabilmente che gli animatori della manifestazione hanno preso le distanze dai violenti, il che è confermato dal fatto che in altre città del mondo i cortei si sono svolti pacificamente.

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Un articolo per Politica e società

13 luglio 2010

di Daniele Pugliese

Ilvo Diamanti

Ilvo Diamanti

Su La Repubblica di lunedì 12 luglio 2010, Ilvo Diamanti ha presentato i risultati di un sondaggio condotto da Demos-Coop per il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari, dal titolo Il lessico politico degli italiani. Lo scetticismo dinanzi ai sondaggi è d’obbligo, tale è l’uso che impropriamente ne è stato fatto. E tuttavia le conclusioni a cui perviene o il disegno che traccia non sembrano discostarsi molto da quello che, con un pizzico d’ironia, mi vien da chiamare la weltanschaung del Bar sport, o se si preferisce il senso comune a cui Gramsci ci chiedeva di prestare attenzione interrogando ogni indicatore possa rivelarlo: uno spettacolo teatrale, un articolo di giornale, una moda, un malessere sociale.

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