L’invito di Faussone
15 settembre 2010Sono contento. La prima reazione che ho avuto al post precedente, Scrivere di politica, è stata quella d’un operaio torinese al quale mi sono rivolto dandogli di dottore e son contento d’averlo fatto anche se mi dice essere privo di laurea. Vorrei ribattezzarlo il mio Faussone pensando a quel meraviglioso personaggio inventato (o solo narrato) da Primo Levi ne La chiave a stella. Altro che Ph, con tutto il rispetto per i dottorati di ricerca e chi li ha conseguiti. L’intelligenza può essere patentata e giungere a quel foglio aiuta a svilupparla, ma non è il titolo a fare il neurone. Oh no, questo proprio no.
Il mio Faussone, o Cipputi per chi gli fosse più familiare, oltre a – nella mia fantasia – stringer bulloni, schiacciare presse, azionare macchinari, mette in piedi anche dibattiti e conferenze a cui partecipa gente con la patente per dir la sua un po’ fuori dagli schemi, o meglio, come mi ha scritto lui “in maniera diversa”. Che poi, da quel che ho capito, è la concretezza.