Festa nazionale de l’Unità

Eugenio, l’amico non scaduto

29 marzo 2015

Eugenio Manca

È solo pochi giorni fa che, nel post Senza macchia, ho citato questa strofa di una canzone di Francesco Guccini: «… a vent’anni si è stupidi davvero, quante balle si ha in testa a quell’età…». In modi anche molto diversi tra loro, più o meno biasimevoli o vezzeggiabili, ma comunque stupidi, proprio stupidi. Lì mi riferivo all’ingenua stupidità, così la definisce lei stessa, che condusse Monica Lewinskij ad inginocchiarsi dinanzi al potere, e qui, invece, voglio dire della mia, dell’occhio pieno di ammirazione, e qualche stilla di invidia anche, con cui guardavo Eugenio Manca, uno dei migliori giornalisti de l’Unità che – ha scritto laconico Carlo Ricchini intorno alle 9 di questa mattina sulla sua bacheca di Facebook – è morto.

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Ciao Gabriele

22 aprile 2010

Alla festa nazionale de l'Unità, Tirrenia, Pisa, 1981. Da destra: Myosotis, cioè ricordati di me, perché non mi ricordo il suo nome; Gabriele Capelli; Vanja Ferretti, all'epoca inviata de l'Unità, poi caporedattore prima di me, di Rocco Di Blasi e di Giuliano Musi de l'Unità di Bologna; Marco Ferrari; direi un giovanissimo Luciano De Majo; Paolo Maggi ed io.

Non sono mai stato attento alle ricorrenze. Oggi poi che le mie agende son quasi tutte andate in tilt nell’indecisione fra carta e chip… Così di mio non mi sarei ricordato che oggi è il sesto anniversario della morte di Gabriele Capelli. I neanche più  tanto giovani colleghi rimasti all’Unità di Firenze, che pur son parecchio distratti su molte cose, come spiegavo qualche giorno fa a Wladimiro Frulletti, se lo sono invece ricordato e li ringrazio o mi complimento con loro.

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