Francesco Guccini

Piccole fini del mondo

9 ottobre 2016

Scrivi dunque le cose che hai visto,
quelle presenti e quelle che devono accadere in seguito.
Giovanni, Apocalisse, 19

La fine dei mondi, anziché quella del mondo. È la tesi di fondo che – scartabellando per anni la cosiddetta letteratura apocalittica, costituita di basilari testi filosofici e di altrettanto imperdibili libri di narrativa – ho sostenuto in un saggio senza fine che – al posto di quella sul pensiero morfologico in Goethe, Spengler e Wittgenstein – avrebbe dovuto essere in origine la mia tesi di laurea, poi divenuto, sacrificandone numerose parti, il libro Apocalisse il giorno dopo. La fine del mondo fra deliri e lucidità, pubblicato dalla Baskerville di Bologna nel 2012 all’alba della fatidica data nella quale saremmo stati spazzati via tutti da un asteroide la cui orbita avrebbe centrato in pieno il pianeta.

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Il mio amico Andrea

22 novembre 2012

Andrea Guermandi

La prima volta in vita mia che ho parlato con Andrea Guermandi credo di averlo mandato a fare in culo. Ne sono quasi certo. S’era preso l’arbitrio di andare a intervistare Francesco Guccini, così come, con una certa frequenza, raccoglieva i pensieri di Lucio Dalla, Tonino Guerra, Roberto Roversi e chissà quanti altri. Belle interviste, per carità!, messe giustamente in bella evidenza nelle pagine degli spettacoli de l’Unità, giornale per il quale lavoravamo tutti e due all’incirca dallo stesso anno, lui a Bologna ed io a Firenze.

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Eskimo

14 novembre 2012

Mi domando se un ragazzo di oggi, diciamo uno che abbia fra i sedici e i vent’anni, sappia che cos’è un eskimo e, quindi, se ascoltando l’omonima canzone di Francesco Guccini, abbia un’idea di che cosa si sta cantando. Vederne uno in giro è cosa rara e leggo su Wikipedia che non viene più prodotto dai primi anni Ottanta, per cui è possibile trovarlo solo nei negozi dell’usato che ormai si chiamano “vintage”.

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Un altro giorno è andato

12 maggio 2011

… e a culo tutto il resto

12 ottobre 2010

Maggio inizia così

1 maggio 2010
Il Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo

Il Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo

Su Facebook, intervenendo in un dialogo multilingue scaturito dalla pubblicazione del mio post sull’iniquità retributiva, l’avita amica Ornella Galeotti, con cui di tanto in tanto ho puntuti battibecchi da aquila e non da gallina, e reciproci indispettiti scatti d’allontanamento, o scosse del collo come in cavalli imbizzarriti, l’equino rapace al femminile, un centauro, una sirena, un unicorno, giustamente – intendendosi oltre che di politica, di storia e di musica anche di giustizia – mi fa le pulci sulla risposta che, nel summenzionato post del blog che gulp fa gasp, ho dato al commento della signora Rossella Cecchini, stimata infermiera e ritrovata compagna nonché ahilei pluri-intervistata.

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Grazie zii

12 aprile 2010

Sono stato invitato a Torino sabato e domenica. Anna, la sorella di mio padre che suona il pianoforte, fa un compleanno. Purtroppo non ci posso andare. Troppe cose da fare e pochi soldi in tasca: un giudice ha deciso che devo tirar la cinghia e le decisioni dei giudici non si commentano, si eseguono.

Anna è stata la moglie di Pietro Buttarelli, che purtroppo non c’è più e che nel 1957 (annus horribilis), insieme a  Fausto Amodei, Sergio Liberovici e Michele Straniero, dette vita a Torino al Cantacronache, gruppo di musicisti, letterati e poeti che, a giudizio di Umberto Eco, sono stati i precursori dell’esperienza dei cantautori italiani. Lo zio Pietro ha fatto l’attore di teatro credo soprattutto al Piccolo di Milano e aveva una parte, se non ricordo male, ne I promessi sposi del Manzoni, uno dei primi sceneggiati andati in onda sulla Rai quando c’era ancora solo un canale, l’Uno. I testi delle loro canzoni erano firmati da Italo Calvino, Franco Fortini, Gianni Rodari, Michele Pogliotti, Emilio Jona, Giorgio De Maria, e lo stesso Umberto Eco. A cantare con lo zio in quel gruppo ci sono stati anche Edmonda Aldini, Margot, Duilio Del Prete, Franca Di Rienzo, Pietro Buttarelli, Silverio Pisu, Glauco Mauri.

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C’è bisogno soprattutto d’uno slancio generoso, fosse anche un sogno matto

26 marzo 2010

Francesco Guccini – Don Chisciotte

[ Don Chisciotte ]

Ho letto millanta storie di cavalieri erranti,
di imprese e di vittorie dei giusti sui prepotenti
per starmene ancora chiuso coi miei libri in questa stanza
come un vigliacco ozioso, sordo ad ogni sofferenza.
Nel mondo oggi più di ieri domina l’ingiustizia,
ma di eroici cavalieri non abbiamo più notizia;
proprio per questo, Sancho, c’è bisogno soprattutto
d’uno slancio generoso, fosse anche un sogno matto: (continua…)

Plagi

26 febbraio 2010
Cyrano de Bergerac

Cyrano de Bergerac

Il mio è solo un sospetto. Le accuse semmai verranno dopo. Qualcuno mi ha fatto sentire il principe canterino. Intendo dire quello che va a Sanremo in una Repubblica che ha detto no alla monarchia e con ciò reso inapplicabile ogni titolo nobiliare ed è stata così magnanima da rabbonirsi e por fine all’esilio dei venditori della Patria che impuniti sparano alla gente sullo yacht e poi spacciano puttane e prostituiscono cocaina. Non sto a rimestar l’argomento, c’è chi l’ha fatto prima, meglio di me e con più dovizia di particolari. Mi limito ad ascoltar le mie orecchie, incolte da un punto di vista professionale, ma dedite ad ascoltar buoni suoni. (continua…)