Dire del moloch
23 settembre 2011Scrive Franz Kafka ne Il processo (la versione che ho è quella tradotta da Primo Levi nel 1983 per Einaudi): «Restare sempre quieti, anche se a controcuore! Cercare di capacitarsi che questo grosso organismo giuridico è in certo modo condannato a uno stato di provvisorietà permanente, e che se uno si prende l’iniziativa di cambiarvi qualcosa in un determinato luogo, non fa che scavarsi la terra sotto i piedi e può finire col cadere, mentre il grosso organismo (poiché tutto si tiene) trova compenso altrove alla piccola perturbazione e rimane inalterato: quand’anche, cosa probabile, non ne esca ancora più chiuso, più vigile, più severo e più malvagio. Si lasci fare quindi all’avvocato, invece di disturbarlo. I rimproveri servono a poco, specie se non si riesce a farne comprendere i motivi in tutta la loro importanza, ma bisognava pur dire quanto danno aveva arrecato K. Alla sua causa col suo comportamento nei confronti del segretario capo».