Freud

Lezioni antiche

16 agosto 2010

Ho appena terminato di leggere Esercizi spirituali e filosofia antica di Pierre Hadot, libro di cui meriterebbe scrivere ben più che un solo post su un blog dove mescolo le cose più disparate.  L’ultimo saggio che chiude il libro si intitola  La filosofia è  un lusso?, e la risposta è  drammaticamente affermativa:  «Il dramma   della condizione umana è che è impossibile non filosofare e nello stesso tempo impossibile filosofare». Questio de centauris.

Pierre Hadot

Esistono tuttavia momenti in cui lo si può fare, o almeno tentarvi. Per lo più abbiamo una conoscenza della filosofia come storia della filosofia, e per certi versi è saggio sia così, che si possa ricostruire l’evoluzione del pensiero, il suo dipanarsi anche caotico, secondo rivoli che Heidegger giustamente ha chiamato Holzwege, sentieri interrotti di cui si perde traccia nel bosco per poi ritrovarli poco oltre.

Ma essa, e Hadot lo spiega splendidamente, è ben altro. È amor, non amicizia, di sapienza: φιλο-σοφια. È una tensione insopprimibile a ricercarla sapendo di non poterla mai raggiungere. Altra questio de centauris, corpo di cavallo e busto d’uomo.

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Cesare Luporini il marxista che sdoganò il “privato”

22 febbraio 2010

La copertina del numero del Ponte su Luporini

Cesare Luporini il marxista che sdoganò il “privato”

la Repubblica, edizione di Firenze

13 ottobre 2009

Il 20 agosto scorso ricorreva il centenario della nascita di Cesare Luporini, grande filosofo, critico letterario che ha fatto discutere, “pesante”, cioè grave, intellettuale del Pci. Nato a Ferrara, è stato un patrimonio di questa città, e un ottimo professore universitario, così almeno lo ricordo, avendo avuto la fortuna di frequentare nel 1979 l’ultimo seminario prima di andare in pensione, su “Persona e personalità: critica della morale e della psicologia”.

Il seminario affrontava questioni che in quegli anni di terrorismo, mutazioni genetiche della politica, ripensamenti e contorcimenti ideali, assalivano molti e costituivano argomento di pensieri e discussioni pubbliche e private. All’epoca scrivevo i miei primi articoli su l’Unità e dirigevo il periodico dei giovani comunisti universitari: Concentramentorenove, sul quale pubblicai un articolo che tentava di tracciare i contorni di quelle lezioni. Lo firmammo senza cognomi Francesco Cataluccio – oggi figura di spicco dell’editoria italiana – ed io.

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