Gabriele Romagnoli

Il viaggio della memoria

4 settembre 2015

Gabriele Romagnoli

Senza considerare alcuni colleghi con i quali ho avuto la fortuna di lavorare – qualcuno anche dirigendolo e stimolando cosa dovesse scrivere –, quando mi viene chiesto chi reputi un gran giornalista, snocciolo alcuni nomi – se mi metto a contarli arrivo a qualche decina, defunti esclusi – e fra questi solitamente metto Gabriele Romagnoli, del quale tuttavia amavo particolarmente le storie che raccontava quindici o vent’anni fa, quand’era a “la Stampa”, ed ora ha rarefatto.

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Gli inamovibili di Romagnoli

8 marzo 2014

Gabriele Romagnoli

Dice Andrea Guermandi (qui) che la scrittura che ama è quella di Gabriele Romagnoli e la mia. E la cosa a me fa un certo effetto perché Romagnoli è, se non il, uno dei miei giornalisti preferiti. Ed ancor più un certo effetto me lo fa oggi che su Repubblica, alle pagine 56 e 57, leggo un articolo di Gabriele Romagnoli intitolato L’ultimo giapponese che, a distanza di poche settimane, torna su un argomento – un personaggio divenuto, come dice Romagnoli stesso, “una categoria dello spirito” – del quale avevo trattato nel mio blog il 18 gennaio scorso, in un post dal titolo L’ultimo samurai.

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Mollare tutto

2 agosto 2010

Gabriele Romagnoli

Su La Repubblica di oggi, due dei miei giornalisti preferiti, per i quali pagherei qualunque cifra fossi il loro editore, Gabriele Romagnoli e Michele Smargiassi, riempiono tre pagine per parlarci di coloro che ce l’hanno fatta a mollare tutto o delle difficoltà che s’incontrano a farlo ed anche degli illustri antesignani a cui rifarsi per prender qualcuno a modello. Di più, del significato di farlo, di ciò che rappresenta una fuga e di ciò che invece è un atto coraggioso, sano, liberatorio. Delle illusioni che si lasciano alle proprie spalle, dei luccichini coi quali addobbiamo il nostro vuoto dipingendolo come una vita piena, densa, vincente.

Si pensi come sarebbe bello se l’umanità intera mollasse tutto, non solo qualche temerario, folle, visionario, fortunato. Sì, se si mollasse tutto e si lasciasse che le cose vadano come vanno, loro che spesso sono più intelligenti di noi e comunque hanno una naturalezza che noi neanche ci immaginiamo.

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