Calepini e formule magiche
27 dicembre 2016Ho cercato su Google se trovavo formule magiche con relativi gesti da compiere in una qualunque cultura che si sia servita o si serva di riti propiziatori od affidi comunque a poteri sovra naturali o a regioni mistiche la risoluzione dei propri problemi, la cura dei propri mali, il raggiungimento dei propri scopi e mi sono imbattuto in siti che propongono questo genere di usanze e consigliano di quale frase servirsi o di quale gesto compiere appunto per percorrere la strada che – mi insegnò all’università il mio amatissimo professor Paolo Rossi Monti – fu non immediatamente ma con decisione abbandonata a partire, nel Seicento, da Francis Bacon in favore di quella che ancor oggi noi chiamiamo scienza e che alle sue origini, proprio in quella stagione – il secolo di Galileo, Descartes, Newton, Huygens, Vesalio, Copernico, Bruno, Malpighi, Harvey, Redi, Borelli – faticò a segnare un confine ben definito, una marcata cesura, una distinzione netta tra quanto si dice sia affidato solo alle credenze e quanto, invece, si reputa abbia fondamento di dimostrabilità, ripetitibilità, universalità, per riuscirci infine, dischiudendoci gli orizzonti ai quali oggi siamo, senza spesso chiederci neanche perché e come, abituati e ci pare di non poterne fare a meno ed attribuiamo ad essi fiducia ed affidamento, convinzioni e speranze.