Giorgio Jorio

Il ricordo di Gioia e Giorgio

2 novembre 2016

Giorgio Jorio e Gioia Ciotti

Venerdì le ceneri di Gioia Ciotti Jorio verranno riposte nel cimitero di Scandicci dove riposa una delle due persone “essenziali” nella mia vita: Giorgio Jorio. Avevo scritto un testo inviato prima a “Repubblica” e poi fatto avere ad altri quotidiani per ricordarla, perché lei e Giorgio hanno contato molto per molti e per molto a Firenze. Ma i giornali hanno cose più importanti da pubblicare, la memoria pare non interessarli, le relazioni umane ancora meno, la cultura appena appena.

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Silenzio per Gioia

20 ottobre 2016

Gioia non c’è più. Ieri se n’è andata. Aveva 93 anni e lei per prima sapeva che stava per succedere.

Forse è per questo che nelle settimane scorse aveva insistito perché andassi a trovarla, dicendomi che doveva parlarmi. L’hanno portata in pronto soccorso proprio il giorno che stavo per arrivare. Non sono riuscito – come invece con Giorgio, suo marito – ad esserle accanto poco prima che la morte me la strappasse.

Non provo senso di colpa per il mio “ritardo”, ma solo dispiacere, anzi, dolore. Che riesco e so trattenere. Ma c’è. Dolore e dispiacere.

Il primo non ha spiegazioni, o se le ha è inutile descriverle. Ma il secondo, invece, merita un attimo di attenzione. Che sarà forse molto più di un attimo. Tutto quello che occorre.

Un attimo di attenzione per immaginare cosa avrebbe voluto dirmi, per interrogarmi su quali sarebbero state le parole che “doveva” dirmi. Non lo saprò mai.

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I ritratti di Fiamma

21 giugno 2016

Fiamma Ciotti: ritratto di Piero Farulli

Fino al 15 settembre alla Biblioteca di Fiesole in via Sermei 1 è possibile vedere i volti di una ventina forse trenta cittadini dell’antico centro etrusco e poi romano, vivi o morti, che la nipote di una delle due persone essenziali nella mia vita, Fiamma Ciotti, ha ritratto tratteggiando con la matita guardandoli in faccia o sbirciandoli su una foto magari sbiadita, l’unica rimasta di un personaggio che ha fatto la storia di quel paese, non quella epica che rimane negli Annali e nei libri, ma nel ricordo di chi lì ha a lungo vissuto anche quando il mondo era più in bianco e nero o meno colorato da artefatti e posticci.

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I molti mondi di Otto

28 agosto 2010

Giorgio lavorava alla Vallecchi e Gioia si occupava di bambini difficili. Quando avevo circa dieci anni mi regalarono Il doppio mondo di Otto di Vera Ferra Mikura, un libro per ragazzi che trattava, all’epoca, il complesso argomento dei figli di separati. Ho ripreso in mano quel libro e l’ho riletto, a distanza di tanti anni.

Il doppio mondo di Otto è un mondo dove c’è un letto a casa del babbo e uno a casa della mamma, cioè tutto è doppio. Anche i sentimenti nei confronti dei genitori sono abbastanza sdoppiati. In entrambi è un affetto enorme, ma messo alla prova non solo dall’impossibilità di avere quel che si desidera, la serenità tra i due adulti, ma anche dalla continua attenzione che il ragazzo deve aver perché una sua parola di troppo, anche la più dolce, non irriti il sentimento di mamma o di papà: aver voglia di vedere lei quando si sta con lui potrebbe essere interpretato dall’uomo come un rifiuto da parte del figlio, una preferenza verso l’altro genitore.

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Quesito

19 agosto 2010

Giorgio Jorio

Diciannove agosto: vale di più quest’uomo, la sola sua foto, l’immagine, il ricordo, le parole pronunciate, la testimonianza o la cornice d’argento che lo ospitava?

Maggior visibilità

8 agosto 2010

C’è una finestrella sul profilo Facebook che invita a scrivere qualcosa di sé. Qualcuno la riempie con la frae più importante delle propria vita, qualcuno davvero riesce a descriversi. Io ci ho messo un invito, a «scrivere qualcosa su di me», mandando una e-mail a dp@danielepugliese.it.«Se non mi offendi – aggiungo  – la pubblicherò». Quei messaggi finiscono nello spazio Dicono di me, del mio blog, il quale invero non ha grande visibilità, per cui può sfuggire a chi naviga fra le mie parole. Lì ce ne sono di più importanti: Giorgio e Gioia Jorio, Gian Luca Corradi, Piero Nacci, Maurizio Marinelli, Lina Senserini, Daniela Mugelli, Cristiana Schillaci, Marco Meli, Paola Emilia Cicerone, e ora Valeria Corsi. Li porto più in superficie o, come amano chiedere i politici per se stessi, gli do maggior visibilità. L’invito, per chi volesse, è ancora valido.

Cani sciolti

30 maggio 2010

Un'immagine del 1968 a Milano di Uliano LucasLorenza Pampaloni, la figlia del leggendario Geno che lavorava con Giorgio alla Vallecchi e ne ha fatte anche altre, è una delle colleghe che, strappate a importanti testate giornalistiche, sono finite a lavorare con me a Toscana Notizie. È stata la compagna, e in fin di vita la moglie, di Michelangelo Caponetto, riconosciuto leader del ‘ 68 a Firenze, personaggio con il quale non ho mai avuto grande simpatia, perché benché pencolassimo entrambi da una parte e non dall’altra, stavamo ai due lati di una barricata e io non vedevo con favore l’agitazione che l’animava e anche qualche incongruenza.

Da molte persone, invece, soprattutto sul dopo, ne ho sentito parlar bene. Io non so né voglio giudicare, porto rispetto a un uomo che non c’è più e ha lasciato comunque il segno. Perciò, come avevo promesso molto tempo fa a Lorenza, pubblico un racconto che è stato scritto su Caponetto da un suo amico, Paolo Brandinelli. Mi sembra piacevole da leggere e perciò, buona lettura.

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Presenze e parole luminose

18 marzo 2010

Giorgio Jorio

La cosa più bella, o quella che mi ha fatto più piacere, scritta sul mio libro o intorno ad esso, è un biglietto di Gioia Ciotti Jorio, che, per chi non lo sapesse, tra le tante cose è anche la sorella di Sandro Ciotti, mitica voce della Rai Radiotelevisione Italiana e immortale narratore di calci d’angolo e punizioni, nonché di Letizia Ciotti Miller, altra splendida voce, che ha fatto parlare tante mitiche attrici americane e ci ha tradotto alcuni dei libri più belli che abbiamo negli scaffali. Sono scoppiato in lacrime quando l’ho letto. (continua…)

L’incipit di “Camera di rianimazione”

18 marzo 2010

Giorgio Iorio e Gioia Ciotti

– Ti accompagno io a Roma, se vuoi.

Me lo propose con la sua tradizionale discrezione, senza farmelo pesare, senza farmi presagire implicazioni di alcuna natura. Solo così, spontaneamente, disinteressatamente, per affetto e partecipazione nei miei confronti.

Le risposi di no, con convinzione e forse con poca dolcezza nel mio tono di voce. Ma ero preso da ciò che stava succedendo e, per quanta tenerezza provassi nei suoi confronti, non riuscivo in quel momento a fare attenzione alle sue parole e al suo stato d’animo.