Gustavo Zagrebelsky

La politica ritrovata. XVII. Consigli per gli acquisti

3 dicembre 2010

XVII. Consigli per gli acquisti

Vladimir Ilic Ulianov Lenin

Nel capitolo XIV si è parlato di acquirenti e venditori, di produttori e consumatori come di due fluide classi che sempre più tendono a contrapporsi. In questa contrapposizione spesso non riescono nemmeno a identificare l’altra come “altra”, come “l’altro”, come il non-sé. Ma il fatto che non riescano a “identificarla”, non impedisce che l’“avvertano”, almeno emotivamente, come tale.

Vai all’indice

Vai al capitolo precedente

Vai al capitolo successivo

(continua…)

La politica ritrovata. XIV. Verso un nuovo paradigma

30 novembre 2010

XIV. Verso un nuovo paradigma

Elie Wiesel

Revelli, dunque, auspica – o sollecita o pretende o invoca, quasi supplica – ma non elabora, non propone un «nuovo paradigma [...] per una politica dell’“al di là”»[1].

Mette infatti in guardia dalle minacce che si addensano sulla politica «se non si riuscirà a elaborare in fretta, per lo meno un abbozzo, di “nuovo paradigma” [...] che sappia misurarsi in forma meno distruttiva del passato – nel nuovo spazio che siamo chiamati ad abitare – con la questione esplosiva del Male [... ed elaborare] un’inedita teodicea all’altezza della sfida (disumana) dei tempi»[2].

Vai all’indice

Vai al capitolo precedente

Vai al capitolo successivo

(continua…)

Il senso del dialogo

30 maggio 2010

Maurizio Bettini

Peccato che non ho tempo. Perché da due giorni, e oggi ancora, meritava trasferirsi a Pistoia. Il Comune ha organizzato una gran bella cosa. I Dialoghi sull’uomo. Hanno chiamato a parlare Gustavo Zagrebelsky, Marco Aime, Emanuele Severino, Moni Ovadia, Amartya Senn, Luciano Canfora, Gian Antonio Stella, Maurizio Bettini, e ho citato solo quelli che mi sono più cari o più noti.

Negli ultimi dieci anni, collateralmente e in punta di piedi, mi sono occupato anche di organizzazione di eventi – che brutta espressione – alcuni dei quali davvero meritevoli di essere stati inventati e messi in piedi. Altri, invece, inspiegabilmente perpetrati, replicati, riciclati, rincicciati e se la spiegazione dovesse esserci e forse c’è miseramente assemblati, scambiati, barattati.

A Pistoia, invece, han tirato su una bella cosa, di spessore direi, non solo per i relatori invitati, ma soprattutto per i temi scelti, seppur così diversi l’uno dall’altro. Come dice il sindaco Renzo Berti nell’introduzione del programma, «Una scelta di campo a favore del confronto, dello scambio e dell’arricchimento interculturale. Una scelta contro la chiusura al cambiamento, l’arroccamento, il mito fasullo della conservazione dell’esistente. Pistoia quindi come città aperta, che vede nella cultura il motore fondamentale della sua crescita e considera il pensiero come il miglior carburante per costruire il futuro». Bravo sindaco. Confidiamo nel bis, sperando di avere più tempo a disposizione.