Hector Mendez

Addio Juanito

5 marzo 2015

Juanito non c’è più. E mi viene il sospetto che non ci sia mai stato, perché io lo chiamavo così, ma lui, in realtà, si chiamava Hector, Hector Mendez per la precisione, ed aveva un’età che rende ragionevole, quanto meno bio-logico e naturale il fatto di non esserci più, anche se ci sono persone che, se ci hai parlato fino a qualche tempo prima, ti pare impossibile possano venire a mancare, tanta è la vitalità che hanno indosso, e sono capaci di trasmetterla, quasi ti contaminano con la loro buona disposizione verso il mondo, anche verso il complicato, l’oscuro, quello che in definitiva bene non va affatto.

Ed Hector Mendez era una di queste persone, con tanta di quella vitalità indosso e la capacità di trasmettertela, quasi di contaminarti con la sua buona disposizione verso il mondo, probabilmente perché essendo passato dall’inferno, avendoci fatto un nient’affatto superficiale giro dentro restandoci “affogato” per un po’, non poteva far altro dopo che esser ben disposto verso il mondo, e vitale, e inondante ed esplosivo, coinvolgente.

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I ricordi di Juanito

14 settembre 2013

Hector Juanito Mendez (l'ultimo a destra) con Carlo Coccioli (il primo a sinistra)

Avevo i pantaloni corti quando ho conosciuto Hector Mendez, che io chiamavo Juanito perché tutti, a quanto mi ricordo, lo chiamavano Juanito. Era una delle tante persone che si incontravano a casa dei Ciruzzi, quei cari amici, prima della mia famiglia e poi miei, che non ci sono più, l’Accademia senza poltrone di via Poggi: addio Marcello, addio Sergio, addio Enzo, addio Aristo, addio Isabella, addio Corrado.

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