Gli obbedienti
24 novembre 2015È davvero agghiacciante la realtà che (ri)propone l’articolo pubblicato oggi da Repubblica a pagina 35 per presentare lo studio di due ricercatori dell’Università di Medford negli Stati Uniti riguardo la capacità delle intelligenze artificiali di ribellarsi a ordini umani sbagliati o pericolosi, ovvero di mettere a punto robot in grado di avvalersi di criteri morali che impediscano loro di compiere azioni di cui gli esseri umani, in teoria almeno, avrebbero poi da pentirsi.
Partendo dalla scena del film di Stanley Kubrick 2001 Odissea nello spazio, nella quale il supercomputer Hal 9000, alla richiesta dell’astronauta di aprire il portellone che gli avrebbe consentito di rientrare sull’astronave e salvargli la vita, risponde «Mi dispiace, David, non posso farlo», l’articolo ipotizza lo scenario in cui a un robot sia stato affidato il compito di badare a un anziano, come fanno tante encomiabili donne che arrivano da ogni dove, e, contemporaneamente, gli venga intimato di salire subito sul tetto a riparare l’antenna della tv allentando la sorveglianza sul vecchio o, peggio, che a un’auto intelligente non venga data l’informazione relativa al fatto che sul ghiaccio si pattina e c’è il rischio di sbandare frenando.