Karol Wojtyla

Santificazioni

26 aprile 2014

Karol Wojtyla

Si possono leggere su internet numerosi articoli che portano motivazioni contrarie alla santificazione di Wojtyla e, per quel poco che ho seguito, è francamente difficile, mettendo in fila le azioni compiute da quel longevo Papa, un quadro che abbia odor di santità. Anzi, se la santità fosse qualcosa che ha a che fare con l’etica ed il rispetto umano, saremmo molto lontani da quest’aureola. Ritengo tuttavia che l’attribuzione di queste qualifiche e l’emissione di tali patenti sia questioni tutta interna e di pertinenza nemmeno dei fedeli della Chiesa cattolica, ma delle sole loro gerarchie, anzi, un libero arbitrio del più alto prelato, il Pontefice, e perciò abbia poco senso tentar di chiosare quella decisione che è già presa.

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I giovani e la politica

21 luglio 2013

La rinuncia all’ideologia – ma anche agli ideali e alle idee di cui necessariamente è alimentata –, nonché alla fede verso un impianto concettuale così complesso – teorico prima che pratico e, perciò, più o meno utopistico –, è una delle ragioni, niente affatto insensate, per cui è stato smontato e fatto a pezzi il Partito comunista – la sua cultura, la sua organizzazione, la rete che gli stava intorno e lo stesso patrimonio di idee, esperienze, uomini, immobili, teste e testate – ed anzi, di più, i pilastri logici, emotivi, psicologici, esperienziali e finalistici su cui non solo quel partito si reggeva in piedi, ma la stessa struttura della politica, il suo essere organizzata appunto prevalentemente in formazioni e organismi più o meno grandi a grandi ideali ispirati, o alla convinzione, almeno, che anche piccole scelte, gesti, azioni, iniziative quanto meno dovessero aver quello scenario all’orizzonte o, come si cantava, quella “speranza in cuor”, ed esser quindi di parte, una o l’altra o un’altra ancora.

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La politica ritrovata. XX. Tracce di rivelazione

6 dicembre 2010

XX. Tracce di rivelazione

Friedrich Nietzsche

Abbiamo fatto cenno alle riflessioni di Asor Rosa sull’Apocalissi e il destino dell’Occidente dopo la guerra del Golfo. Ci sono in quel libro argomentazioni che possono essere preziose per chi voglia tentare di dar vita a un nuovo paradigma della politica.

Già nell’introduzione ci mette dinanzi al rischio che corriamo di restare attoniti, paralizzati, inoperativi. Scrive:

Io non dico: non è più possibile operare. Io dico: non è più possibile operare, se alcune condizioni preliminari e profonde, anche pre-politiche, non sono ripensate e ricostruite[1].

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