Mattina

La gamba

16 agosto 2017

La notizia del ritrovamento in un cassonetto a Roma, nel quartiere Parioli, di due gambe di donna presumibilmente tagliati a colpi d’ascia, mi induce a pubblicare un racconto, compreso in una raccolta non ancora pubblicata, che ho scritto nell’ottobre del 1997, prendendo spunto da un fatto di cronaca avvenuto a Reggio Emilia alla fine degli anni Novanta a cui “Mattina”, il quotidiano locale distribuito insieme a “l’Unità” di cui ero vicedirettore, dette ampio spazio. Si intitola La gamba.

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L’errore di Veltroni

25 dicembre 2013

Walter Veltroni

Su Il Fatto Quotidiano, del 21 dicembre Andrea Scanzi ha intervistato Walter Veltroni (Certo. La politica è una missione laica, nobilissima. Che Berlinguer ha perfettamente incarnato) e la notizia, in altre parole la ragione per cui l’intervista è stata fatta, è contenuta alla fine del cappello iniziale e nella prima risposta: l’ex direttore de l’Unità, vicepremier, sindaco di Roma, segretario del Pd sta per terminare un film dedicato a Berlinguer.

«Si intitolerà Quando c’era Berlinguer – dice Veltroni – e ha tre piani narrativi: immagini di repertorio anche inedite; interviste; e riprese da me effettuate, però senza attori. Non so se uscirà anche al cinema, di sicuro verrà trasmesso a giugno da Sky per il trentennale della scomparsa».

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Le bolognesi di Serena

22 agosto 2012

Giulietta Masina, una delle 101 bolognesi raccontate da Serena Bersani

Dopo domani sera, venerdì 24 agosto, alle 21, alla libreria della Festa al Parco Nord di Bologna, che, da quel che ho capito, lì si chiama ancora Festa de l’Unità, Mara Cinquepalmi e Davide Di Noi presentano il libro 101 donne che hanno fatto grande Bologna (Newton Compton, pp. 288, € 14,90). L’ha scritto Serena Bersani.

Quando arrivai a Bologna nel gennaio del 1994, mandato da Walter Veltroni a rimotivare una redazione che, dopo antichi fasti, era lacerata, rancorosa e demotivata, mi fu detto che la cronaca nera spicciola, il giro di tutti i giorni in Questura, era affidato a una collaboratrice esterna, la quale, ovviamente, di lì a poco avrebbe potuto far causa al giornale e pretendere di essere assunta, nel momento in cui si cercava di far tornare i conti di un giornale su cui gravavano (e sarebbero gravate ancora) alcune miopie manageriali, la grandeur di qualche direttore più attento al proprio futuro politico che alla salvaguardia di un importante mezzo di informazione capace di orientare il popolo di sinistra, il gioco dei pani e dei pesci con le finanze di un partito che da poco aveva visto chiudersi la fontana rifornita ad Est.

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Una “Mattina”, appena alzato

12 maggio 2010

Alla redazione di via Barberia

Pietro Spataro, a cui Concita De Gregorio ha affidato il coordinamento delle iniziative speciali de l’Unità – in genere un ruolo per togliersi di torno qualcuno, ci son passato anch’io e conosco qualche altro collega in analoga posizione –, dovrebbe essere stato l’ideatore dei nuovi dorsi regionali del giornale fondato da Gramsci nel 1924, un tempo organo del Partito comunista italiano fin che questi non defunse. Sono dei tuorli che stanno nell’albume del giornale nazionale a cui fa da guscio la prima pagina, con gli strilli, i richiami e l’apertura, quasi sempre un’immagine e un titolo più che un testo – ah immagine, immagine!

Pietro Spataro è anche il nocciolo di un frutto che dentro quel giornale sta cercando, mi sa un po’ a fatica, di dar un po’ di spazio alla memoria, al ricordo, alla riconoscenza, alle cose come stanno non sempre e solo come uno vorrebbe che stessero o siano state. Intendo dire che Pietro è quello che dentro al giornale – non fuori come noi –, presumo per un debito di riconoscenza e senso di restituzione, sta cercando di dar fiato a una testimonianza dinanzi a un uomo che ci ha insegnato molto, che lo si abbia conosciuto personalmente o solo letto come me: Bruno Schacherl.

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