Melarancio

Se babbo o mamma bevono

25 febbraio 2016

Nei miei cassetti giace, tra le tante altre cose, un racconto che tenta di immaginare cosa si provi ad uccidere un uomo e, per quanto già molti altri splendidi libri si siano cimentati con la materia e ci forniscano ipotesi in tale direzione, mi rattrista che a nessun editore, avendo letto qualche recensione su Sempre più verso Occidente o su Io la salverò, signorina Else, rispettivamente pubblicati da Maurizio Marinelli di Baskerville e da Emilia Aru di Portaparole, sia venuto in mente di chiedermi se dispongo di altri manoscritti e di darci una curiosa occhiata.

È un racconto che scandaglia una zona nella quale si spera di non doversi mai trovare e, per quanto si sia certi di disporre di un freno inibitorio assoluto in quel senso, uno scenario plausibile che non va mai scartato a priori, avendo la consapevolezza che se in così tanti, a partire da Caino, si sono sporcati le mani, vuol dire che se è successo, può accadere di nuovo, proprio come l’Olocausto, e bisogna tener deste le difese immunitarie che ci preservino da quegli orrori. Il che non vuol dire ignorarli.

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Esattamente 30 anni fa

27 aprile 2013

La prima pagina de l'Unità del 27 aprile 1983

Il Corriere fiorentino di oggi ricorda quello che avvenne esattamente 30 anni fa, il 26 aprile 1983. In un tratto curvo della galleria del Melarancio sull’autostrada del Sole, nella quale era stato istituito il doppio senso di circolazione a causa di lavori sull’altra corsia, fra le uscite di Firenze Certosa (oggi ribattezzata Impruneta) e Scandicci, un tir che trasportava un tubo di 130 quintali, lungo 5 metri e con un diametro di 4, urta, squarcia ed apre come una scatoletta di sardine un pullman proveniente da Napoli e diretto a Limone sul Garda con dentro 48 ragazzini della scuola media Nicolardi e tre insegnanti che li accompagnavano.

Non c’era abbastanza spazio per tutti e due i mezzi in quel tunnel. Morirono in undici, undici ragazzini che se ne stavano andando spensierati in gita scolastica. Ivana Zuliani ha raccolto le testimonianze di alcuni volontari che accorsero sul posto quel giorno.

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I tunnel maledetti

14 marzo 2012

I giornali on line riportano la notizia dei 22 bambini e dei 6 adulti morti in un incidente stradale a Sierre, in Svizzera. Un pullman si è schiantato contro le pareti di una galleria. Altri 24 bambini sarebbero feriti.

La tragedia del Melarancio

Guardo le immagini della tragedia e la memoria non può non andare a quello che avvenne nella galleria del Melarancio sull’Autostrada del Sole il 26 aprile 1983. Se non ricordo male fui uno dei primi cronisti ad arrivare sul posto, insieme a Giorgio Sgherri, e con noi Mario Fortini e non ricordo chi altro, perché Mario ed io avevamo due motociclette e impiegammo poco ad attraversare la città fino al casello Fi-Sud e potemmo agilmente superare la lunga coda di auto che si era formato sull’autostrada.

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L’ordine delle cose

30 maggio 2010

Enrico Rossi

Ho votato per Enrico Rossi alle elezioni regionali. Ne vado fiero. Posso non essere d’accordo con lui su alcune cose, ma sono di sinistra  – facciamo a capirsi! – e ritengo che non esercitare il proprio diritto-dovere di elettore, caposaldo di una democrazia, sia un reato. L’appartenenza a uno Stato, cioè a una collettività, a una comunità, che si fregi di essere democratica, non un regime come c’è stato in Italia fra il 1925 e il 1945, implica poche fondamentali regole. Tutte da rispettare.

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L’incipit di “Specchio retrovisore”

18 marzo 2010
Galleria del Melarancio

Galleria del Melarancio

Era molto tempo che avevo promesso di andare a trovarlo. Per un motivo o per un altro non l’avevo mai fatto. Lui, di carattere ombroso, e in più per una sorta di gioco al raddoppio, rimarcava spesso la mia mancanza, attribuendole un significato che lui stesso sapeva non esistere, quello del disinteresse.