Michele Serra

Lettere sul lavoro

3 maggio 2014

La rubrica delle lettere nei giornali – benché per esperienza diretta sappia quanto possa essere se non proprio manipolata almeno diretta – è comunque una discreta finestra sul cortile, dalla quale si può soddisfare più che la pettegola curiosità d’una comare, quella vivida dell’attento e scrupoloso, mosso dal desiderio di conoscere come vadano le cose nella realtà, più volentieri qua in basso che non lassù nell’empireo.

E allora ecco che oggi, intorno alla saggia Amaca di Michele Serra tesa a dissuadere “i giovani leoni del Pd” dalle tentazioni censoree e repressive nei confronti delle “corbellerie” d’un rockettaro indispettito, su Repubblica c’è una e-mail che giunge da un indirizzo con chiocciola @, ed una missiva partita invece da Pinerolo là dalle mie parti in Piemonte, digitale la prima, cartacea vien da pensare la seconda, delle quali mi vien voglia di dar conto.

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Sull’Aventino

22 febbraio 2014

Michele Serra

Effettivamente colpisce la considerazione che Michele Serra fa oggi nella sua rubrica “L’amaca” su Repubblica. Lui si riferisce a Massimo Bray, ministro della cultura nel governo Letta, rimasto in carica dieci mesi, al quale sono riservate le definizioni di «persona degna e competente», ma in sostanza il ragionamento travalica il singolo: che cosa avrà avuto il tempo materiale di fare? «La folla di uomini e di occasioni che la sedicente seconda Repubblica si è divorata negli anni, è un micidiale affresco di inconcludenza politica», scrive Serra. Di più: «nei famosi “costi della politica” bisognerebbe includere anche questo consumo compulsivo di competenze e di speranze», giacché «è fortemente probabile che tra loro si celasse qualche grande riformatore, qualche saggio amministratore, qualche vivace innovatore; ma non lo sapremo mai».

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Un indice di sinistra

15 settembre 2013

Sono stato invitato, in seguito alle mie considerazioni sull’ateismo del 22 luglio scorso, a riproporre e avviare un confronto sui temi che Repubblica ha raccolto in una serie di interviste accorpate sotto la parola chiave “Dì qualcosa di sinistra”, avviate da un articolo di Michele Serra del 16 luglio scorso. Mi ero ripromesso di rifletterci sopra ed eventualmente intervenire in questo blog sull’argomento, e così ho raccolto ad uno ad uno gli interventi pubblicati.

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Roaring eighty

31 maggio 2011

Un'icona degli anni Ottanta: Miami Vice

Tanto Michele Serra su Repubblica quanto Massimo Gramellini sulla Stampa commentano il risultato del voto alle amministrative soprattutto a Milano scrivendo che sono, finalmente, finiti gli anni Ottanta, per capirci quel luccichio di luci stroboscopiche, fiumi e fumi di borotalco, ombrellini di carta in cima a calici con scorze di (si)lime, (si)limone, si-licone e quant’altro, e insomma la Milano dabbere lascia il posto a quella dabbene che tutti quanti dicevano addavene.

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