Destinati all’estinzione
20 settembre 2010
Ho letto che Benedetto XVI sarà il Papa che probabilmente passerà alla storia per aver inferto, come fece il suo predecessore Giovanni Paolo II con il comunismo, il colpo di grazia al relativismo. Se sopravviverò a questo Pontefice sarò dunque stato assassinato per ben due volte dalla stessa mano.
Che questo conflitto fosse in corso avevo cominciato a capirlo benché sperassi che una diversità di vedute non avrebbe comportato lo scontro. Non è così. Il filosofo Giovanni Reale intervistato oggi dal Corriere della Sera sull’argomento fa capire esplicitamente che non c’è possibilità di dialogo e che noi dobbiamo soccombere. Altrimenti loro non si sentono realizzati. Loro i cattolici, intendo.
Il fondamento di questo proposito sta nella prima risposta che lo studioso dà all’intervistatore, Armando Torno, il quale gli chiede perché la religione non potrebbe essere considerata un fatto semplicemente privato. «È tale soltanto per chi non crede – risponde Reale –. Per chi ha fede, Dio è verità. E il compito del successore di Cristo non potrebbe essere diverso da quello di Benedetto XVI».