Circolo Pickwick
13 aprile 2010
Quando Carla Edigati Watson – di cui riferirò dopo – mi ha chiesto di portare 10 copie del mio libro al salotto letterario di Gianni Conti a Sesto Fiorentino, ho avuto un attimo di esitazione. Il mio editore dice: «Le copie si vendono, non si regalano!». Avendo letto Il padrone di Goffredo Parise in giovane età, tremo e ubbidisco. Traccheggio con Carla. Lei mi rassicura, malgrado i miei spigoli e le mie intemperanze, delle quali, con lei, ancora mi scuso. Mi rassicura e mi spiega: «Se il tuo libro gli interessa, te lo comprano e poi ne parlano».
Qualche settimana fa, accompagnato da tre amiche e amici, ho accettato l’invito. Ma prima ho placato un’altra esitazione. Sono andato a rileggermi gli sviluppi giudiziari dell’inchiesta che coinvolse un gentiluomo della politica fiorentina, un anziano democristiano di nome Gianni Conti, la cui educata correttezza avevo imparato ad apprezzare quando, cronista de l’Unità, seguivo il Consiglio comunale di Firenze, sui cui scranni sedevano l’elegante marchese Pucci, il grande Antonio Morettini, direi Paolo Cantelli – tornasse alla politica! –, Michele Ventura e, non lo escluderei, Aldo Zanardo.