Paolo Rossi Monti
27 dicembre 2016
Ho cercato su Google se trovavo formule magiche con relativi gesti da compiere in una qualunque cultura che si sia servita o si serva di riti propiziatori od affidi comunque a poteri sovra naturali o a regioni mistiche la risoluzione dei propri problemi, la cura dei propri mali, il raggiungimento dei propri scopi e mi sono imbattuto in siti che propongono questo genere di usanze e consigliano di quale frase servirsi o di quale gesto compiere appunto per percorrere la strada che – mi insegnò all’università il mio amatissimo professor Paolo Rossi Monti – fu non immediatamente ma con decisione abbandonata a partire, nel Seicento, da Francis Bacon in favore di quella che ancor oggi noi chiamiamo scienza e che alle sue origini, proprio in quella stagione – il secolo di Galileo, Descartes, Newton, Huygens, Vesalio, Copernico, Bruno, Malpighi, Harvey, Redi, Borelli – faticò a segnare un confine ben definito, una marcata cesura, una distinzione netta tra quanto si dice sia affidato solo alle credenze e quanto, invece, si reputa abbia fondamento di dimostrabilità, ripetitibilità, universalità, per riuscirci infine, dischiudendoci gli orizzonti ai quali oggi siamo, senza spesso chiederci neanche perché e come, abituati e ci pare di non poterne fare a meno ed attribuiamo ad essi fiducia ed affidamento, convinzioni e speranze.
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27 settembre 2016
Umberto Eco
Appropriazione indebita
II. La stirpe di Prometeo
2.15. Umberto Eco: Il nodo al fazzoletto
Il sistema più conosciuto è probabilmente quello del nodo al fazzoletto. Ma di metodi per ricordare, attraverso i secoli, l’uomo ne ha inventati parecchi. A ripercorrerli e decodificarli, Paolo Galluzzi, direttore del Museo di storia della scienza di Firenze, ha chiamato alcuni fra gli studiosi più prestigiosi dell’Occidente: dallo storico della filosofia scientifica Paolo Rossi, a Umberto Eco che, accantonato l’abito del romanziere, si è rivestito dei suoi panni di semiologo; dal premio Nobel della medicina Gerald Edelman al neurologo Oliver Sacks, arcinoto autore di quel L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello di cui tanto si è parlato quando è apparso in Italia da Adelphi. Tutti riuniti per tre giorni a Firenze a parlare della “Cultura della memoria”, convegno di studi che ha fatto da preludio alla mostra “La fabbrica del pensiero: dall’arte della memoria alle neuroscienze” che da oggi al 26 giugno sarà ospitata in Forte Belvedere.
Alopecia (calvizie) – una malattia caratterizzata dalla perdita dei capelli esistenti sulla testa e dal disturbo della crescita di nuovi capelli. Questa è un’altra ragione per acquistare finasteride online in Italia senza ricetta medica. Gli uomini con calvizie maschile di solito cercano di usare il Propecia se la loro fiducia o autostima è stata colpita dalla perdita dei capelli.
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7 settembre 2016
Paolo Rossi Monti
Appropriazione indebita
II. La stirpe di Prometeo
2.2. Paolo Rossi Monti: Il calvario della scienza
Cinque volumi, tremila pagine, quasi quattro secoli di teorie ed esperimenti scientifici passati al setaccio. Paolo Rossi Monti, docente di storia della filosofia all’Università di Firenze, da poco nominato membro dell’Accademia dei Lincei, nello studio di casa sua apre la scatola che gli è stata appena recapitata dalla Utet di Torino. Fresca fresca di stampa ecco la Storia della scienza che ha impegnato Paolo Rossi e sette suoi prestigiosi collaboratori per ben diciassette anni.
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28 agosto 2016
L'ingresso della "Fortezza da basso"
Nel ringraziare Enrico Zoi per l’intervista che mi ha fatto su “esserciweb” prendendo spunto dalla pubblicazione ora nel blog e poi in un e-book delle mie interviste raccolte in Appropriazione indebita, ho menzionato un certo numero di ex studenti del liceo classico Niccolò Machiavelli di Firenze che hanno poi intrapreso come me la strada del giornalismo, e nel ripescare i loro nomi nella memoria – in qualche maniera ripercorrendo i corridoi ed entrando nelle classi di quell’ex edificio militare, direi proprio una caserma con le sue camerate, nel quale ci si imbatte una volta varcato il grande portone di legno che su viale Filippo Strozzi, di fronte al Palazzo dei congressi, consente di accedere alla Fortezza da basso progettata da un pool di architetti al servizio dei Medici, tra i quali spicca Antonio da Sangallo il Giovane – ho visto decine e decine di volti proprio come in una sorta di Facebook privato, a molti dei quali associo un nome e un cognome, qualcuno di una persona a cui sono molto legato, a partire dalla mia ex moglie, ma anche altri amici ed amiche che vedo più o meno frequentemente ma sempre con il medesimo entusiasmo e sentimenti mutati sì ma non ininfluenti, e tanti altri compagni di scuola che invece restano anonimi o rarefatti o come sbiaditi, qualcuno anche svanito.
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26 agosto 2016
Il fungo atomico alle Marshall
Corredato dall’inquietante immagine del fungo provocato dall’esplosione sottomarina del 25 luglio 1946 alle Isole Marshall come esperimento nucleare promosso dalla Marina americana e da una drammatica istantanea scattata nella grande discarica di rifiuti elettronici e tecnologici provenienti dai paesi occidentali che si trova ad Agbogbloshie, un agglomerato della capitale del Ghana, Accra, e col titolo La fine del mondo. Ancora, il “Journal” del Museo Pecci d’arte contemporanea a Prato ha pubblicato ieri un mio articolo in vista della mostra, proprio sull’argomento della fine del mondo, che il 16 ottobre prossimo inaugurerà la riapertura del centro espositivo sottoposto a lunghi quanto indispensabili lavori di restauro.
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20 febbraio 2016
Umberto Eco
È morto questa notte Umberto Eco, l’autore di uno dei dieci libri che secondo me andrebbero salvati il giorno del giudizio universale, della fine del mondo, della distruzione termonucleare del pianeta. Del libro? chiederà scandalizzato il lettore, sciorinando il lungo elenco di testi che compaiono nella bibliografia del grande studioso. Darei ragione al lettore, aggiungendo che senza la maggior parte di quei volumi saremmo dio una ignoranza abissale e che abbiamo capito tanto muovendoci nelle pagine del professore che ha mescolato sacro e profano dando dignità alla combinazione di entrambi.
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24 luglio 2013
Alcune considerazioni da me fatte in Sereni: resto ateo mi inducono a quel rigore logico indispensabile quando sì è promesso di guardare negli occhi l’assurdo. Sereni: non mi occuperò oltre di dio, non per il momento.
Ho scritto che «se non vedo non credo, e siccome non vedo m’ingegno poco a guardare», attingendo alla vulgata tratta dal Vangelo di Giovanni laddove si narra del più celebre dei Tommaso santificati, non Tommaso di Farfa morto nel 720, né quello di Emesa, monaco di Antiochia, non l’arcivescovo primate d’Inghilterra e martire Thomas Becket deceduto nel 1170, e neppure il celeberrimo Tommaso d’Aquino, filosofo e teologo domenicano, indiscusso maestro di logica, non quello di Hereford che fu anche cancelliere d’Inghilterra, non quello di Dover morto per mano assassina, neppure l’illustre Tommaso Moro, lord, scrittore, umanista, utopista, anch’egli come quello di Hereford cancelliere d’Inghilterra e sottoposto al martirio da Enrico VIII, che vien celebrato il 22 giugno e non l’8 settembre quando si ricorda San Tommaso di Villanova, arcivescovo di Valencia ed eremita agostiniano né il 6 febbraio dedicato alla memoria di ben due san Tommaso, Tommaso Michele Cozaki e Tommaso Xico , entrambi giapponesi ed entrambi martiri, entrambi deceduti a Nagasaki, ma sia chiaro nel 1597, non nel 1945, Non Tommaso Carnet, non Tommaso da Cori, né i vietnamiti Tommaso Thien, Tommaso Moi e Tommaso Du o il martire nel Tonchino Tommaso Toan.
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27 aprile 2013
Paola Cerana
Scrive nel suo blog : «Sono un’Anima in … penna, a spasso nel mondo per assaporarlo».
Spiega di occuparsi di psicologia, filosofia, neuroscienze, letteratura, viaggi, fotografia, natura, animali. Tace della sua attenzione per il cibo, gli alimenti, gli ingredienti, le sostanze, e più esattamente per tutto ciò che eccita i cinque sensi, gli odori, i suoni e i rumori, i sapori, ruvidità e morbidezze, colori, luci e allucinazioni. Campi nei quali si muove con gran disinvoltura andando a pescare curiosità che divulga con semplicità e capacità di farsi comprendere.
Ha un torto e gliel’ho detto: spesso scrive per passione e senza compenso, delegittimando un mestiere e creando per altri rendite di posizione esentasse. S’è cimentata nella narrativa come facevano Fruttero e Lucentini, per lo più in coppia, scegliendosi come partner letterario Vittorio Salvati con il quale ha dato alle stampe Il Diario proibito di Adamo & Eva (Ed. Sabinae, 2011) e soprattutto, quando non c’erano ancora né le sfumature di rosso né quelle di grigio, Schegge d’amore rosso dieci (Ed. Sabinae, 2010), un thriller psicoerotico che probabilmente piacerebbe a Woody Allen.
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16 febbraio 2012
Paolo Rossi Monti
Ho saputo solo qualche ora fa che il 14 gennaio scorso è morto Paolo Rossi Monti, e sono inebetito. Aveva 89 anni e prima o poi doveva succedere. Ma, maledizione, perché è successo? Se ho imparato qualcosa in buona parte lo devo a lui. È stato il mio primo professore all’Università e mi affascinò con le sue lezioni pacate, difficili, ma piene di suggestioni, di spunti, di rimandi e richiami. Non ce l’ho fatta a laurearmi con lui come gli avevo promesso preferendo il mestieraccio del giornalista a quello dello studioso, però ho avuto la fortuna di averlo come controrelatore, mentre uno dei suoi allievi, Sandro Pagnini, mi ha guidato in quel lavoro. Al primo esame mi mise sotto torchio. Mi aveva fatto una domanda ed io forse avevo risposto in maniera un po’ imprecisa, lasciandogli il dubbio che volessi sostenere una tesi che a lui suonava strana e mi disse: «Vuol sostenere questo?» Difesi le mie idee cercando di puntualizzarle e lui manifestò il disappunto per la convinzione ma l’apprezzamento per il fatto che le sostenessi: mi stava insegnando la libertà. Anche di sbagliare. Al 30 aggiunse una lode.
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20 maggio 2011
Asclepio
Socrate
Nel 1913, il filosofo Karl Jaspers mise in luce la differenza tra due parole tedesche che vogliono dire la stessa cosa – corpo –, ma hanno due significati diversi: Körper e Leib. La prima indica quell’insieme di “oggetti” che si possono vedere in un libro di anatomia, la seconda più di un organismo, il suo essere tutt’uno con la persona, la sua consistenza di soggetto.
E allora vien da chiedersi se – quando si entra nell’ambulatorio di un medico, o ormai con maggior frequenza, di un ortopedico anziché di un geriatra, di un otorinolaringoiatra o di un osteopata –, lì si porta il Körper o il Leib? E a chi dei due, se non a quali parti di essi, quello specialista presta attenzione?
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27 aprile 2011
Alessandro Pagnini. Foto Andrea Ruggeri
Come avevo annunciato il 7 agosto scorso in un post intitolato Corpo e mente, sono stato a sentire il mio maestro – Paolo Rossi Monti – presentare a Leggere per non dimenticare, l’ultimo libro di uno dei suoi allievi, Alessandro Pagnini. Il libro si intitola Filosofia della medicina, pubblicato da Carocci, e, benché non l’abbia ancora letto, credo farebbero bene a darci un’occhiata i medici, ma non solo loro.
Negli ultimi anni di dottori ne ho conosciuti tanti, sono stato costretto a farlo, ma, nella maggior parte dei casi, ne sono contento. Direi che ho stretto qualche amicizia e c’è stato più di uno scambio di reciproca stima. Persone aperte, con cui ho parlato anche d’altro, non solo dei miei acciacchi. Specializzati in branche diverse, di diversa formazione, universitari, ospedalieri, generici, allopatici e non, marginali e sulla breccia. Troppi per ricordarli tutti e c’è anche un problema di privacy, in questo caso mia.
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6 febbraio 2011
È una soddisfazione particolare – aggiuntiva alle altre – quella di presentare venerdì prossimo, 11 febbraio alle 17.30, il mio libro alla Biblioteca delle Oblate in via dell’Oriuolo a Firenze nell’ambito della prestigiosa rassegna che da anni organizza Anna Benedetti. Una soddisfazione particolare per il titolo della manifestazione: Leggere per non dimenticare.
“Per non dimenticare” è un monito che ha preso corpo non solo per rendere omaggio alle vittime dell’Olocausto, ma per impedire che, come si è variamente tentato e ancora qualcuno vi prova, quell’orrore sia negato, confinato in un passato troppo lontano, rimosso e, perciò, replicabile. L’assillo di Primo Levi, che inquietava i suoi sonni e lo lasciava sgomento, era quello di non essere creduto, quello di portare una testimonianza che addirittura i più cari trovassero inattendibile. C’è più di una pagina in cui ce lo dice. E dunque no, no: testimoniare, raccontare, dire, scrivere, appuntare, perché appunto non si dimentichi, non ci si scordi, non si cancelli.
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13 novembre 2010
Redattore Sociale è l’agenzia di informazione voluta dalla Comunità di Capodarco. Tutti i giorni dà notizie sui poveri, gli immigrati, i reietti, ma sì, gli sfigati. Più seriamente: racconta cosa succede nel mondo così com’è, non come gli altri ce lo raccontano. E il mondo è più pieno di sofferenza di quanto non ci si voglia illudere che sia.
Negli anni in cui ho diretto Toscana Notizie ho fatto sì che ci fosse una collaborazione fra loro e noi e questo credo sia stato proficuo per loro, per noi, per la Regione Toscana, ma soprattutto per far conoscere appunto alle persone i problemi sociali.
Redattore Sociale ha organizzato un “Seminario di formazione per giornalisti a partire dai temi del disagio e delle marginalità” il cui titolo è Oltre l’Apocalisse. Come non farsi imprigionare dalla paura del nuovo che si terrà a Fermo dal 26 al 28 novembre 2010.
Considerato che l’Apocalisse, su suggestioni storico scientifiche di Paolo Rossi Monti, era l’argomento a cui era dedicata la prima stesura della mia tesi di laurea, resto attento a questo tema e non mi dispiacerebbe partecipare a quell’incontro. Son certo che avrei cose da imparare e anche qualcuna da insegnare, a questo punto della mia vita e della mia preparazione.
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14 settembre 2010
L’omaggio è a Tolstoj. Si intitola infatti Guerra e pace il ciclo di conferenze del ciclo “Sapere & narrare” che il Centro fiorentino di storia e filosofia della scienza, prestigiosa istituzione alla quale quando facevo il cronista ho dedicato tanta appassionata attenzione – insieme al Gabinetto Viesseux, alla Società italiana per lo studio dei rapporti tra scienza e letteratura e alla Fondazione Carlo Marchi – hanno organizzato a partire fra ottobre e dicembre tutti i venerdì alle 17.30 alla sala Ferri del Gabinetto Viesseux in Palazzo Strozzi a Firenze.
Inizia il 1 ottobre l’allievo di Paolo Rossi, Stefano Poggi con una conferenza dal titolo Da Austerlitz a Balaklava. L’8 ottobre Bruna Bianchi parla del Lavoro del pane negli scritti di Tolstoj e Gandhi, poi Furio Cerutti su Guerra e pace: due fenomeni politici. Guerra e pace in natura è il titolo della conferenza di Francesco Dessì-Fulgheri in programma per il 22 ottobre a cui farà seguito, il 29, Fine della storia. Conflitto politico e globalizzazione tra Schmitt, Strauss e Kojève, appuntamento al quale cercherò di non mancare perché mi interessa molto.
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30 maggio 2010
Enrico Rossi
Ho votato per Enrico Rossi alle elezioni regionali. Ne vado fiero. Posso non essere d’accordo con lui su alcune cose, ma sono di sinistra – facciamo a capirsi! – e ritengo che non esercitare il proprio diritto-dovere di elettore, caposaldo di una democrazia, sia un reato. L’appartenenza a uno Stato, cioè a una collettività, a una comunità, che si fregi di essere democratica, non un regime come c’è stato in Italia fra il 1925 e il 1945, implica poche fondamentali regole. Tutte da rispettare.
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1 maggio 2010
Paolo Pietrangeli all'Istituto Ernesto de Martino a Sesto Fiorentino
L’invito me l’ha fatto Maria Valeria della Mea. Un po’ per la passione condivisa ed in entrambi i casi ereditata per la canzone popolare, di cui ho parlato in un post intitolato Grazie zii, un po’, forse, anche perché in una qualche delle nostre schizzate conversazioni le ho parlato dell’amore, o ammirazione o solo sfegatato interesse che ho avuto e conservo per Ernesto De Martino, l’autore di Furore, simbolo, valore, di Magia e civiltà e, soprattutto, di La fine del mondo. Contributo all’analisi delle apocalissi culturali, testo a partire dal quale sono scaturite le oltre 400 pagine di tesi che non ho mai consegnato a Paolo Rossi Monti per laurearmi e che ancora giacciono nel mio cassetto in attesa che un editore me le pubblichi prima del 2012, data oltre la quale qualcuno dice che il mondo non ci sarà più e «la razza è perduta».
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