Paolo Vannini

Dalla parte dei lettori

16 novembre 2012

Una delle lezioni che credo di aver imparato nei tanti anni in cui ho fatto il mio mestiere, quello del giornalista, è di domandarsi, prima di mettersi a scrivere, per chi lo si sta facendo. In altre parole di chi è composto il pubblico al quale ci si rivolge e, quindi, quale tipo di linguaggio va adottato, quali sensibilità vanno condivise, su quali elementi si deve far perno perché il messaggio giunga a destinazione. Se si sta lavorando per Topolino piuttosto che per Playboy, per il Corriere della Sera piuttosto che per il Manifesto, per la collana Harmony piuttosto che per i Coralli, cambia il registro.

Dubito di essermi fatto consapevolmente quella domanda ogni volta che mi sono accinto a scrivere nel silenzio e nella solitudine della mia stanza per il piacere o per il bisogno di scrivere, perché un’idea, una storia, un grumo di considerazioni e sentimenti stavano prendendo la forma di parole messe in fila, una dietro l’altra, e poi frasi, capoversi, capitoli. Forse quella domanda e una qualche relativa risposta restavano vivide e presenti ma in sottofondo, come un retrogusto provato sorseggiando un vino che non sia solo gradazione alcolica.

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Narrare / giustificare

20 settembre 2012

Simonetta Agnello Hornby

Poco tempo fa ho letto Camera oscura (Skira, 2010, pp. 128, € 15) di Simonetta Agnello Hornby. Me l’ha prestato, insistendo perché lo leggessi, un’amica speciale, convinta che esistano delle affinità tra il mio modo di scrivere e quello di questa signora che ha saputo sapientemente mescolare le sue origini siciliane e l’ormai lungo radicamento in Gran Bretagna: ha preso la cittadinanza inglese e si è dedicata con passione, da legale, ai diritti delle comunità immigrate, delle donne e dei bambini.

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Telepatie su Else

15 settembre 2012

Arthur Schnitzler

Al termine della presentazione di Io la salverò, signorina Else alla libreria Feltrinelli di Firenze, mercoledì scorso, per la quale vorrei ringraziare ancora tutti gli intervenuti, gli organizzatori, l’editore, e, in maniera particolare, il professor Roberto Venuti – germanista dell’Università di Siena, che ha avuto per le mie pagine parole capaci di mettermi in imbarazzo, perché gli apprezzamenti mi fanno quest’effetto – ; insomma, al termine della serata, mi si è avvicinato, come aveva promesso, Paolo Vannini.

Paolo Vannini è un insegnante che, con Gianni Conti, anima un bel salotto letterario di Sesto Fiorentino nel quale sono invitato il 15 novembre prossimo e dove già presentai nell’aprile del 2010 (vedi qui) Sempre più verso Occidente, e di quel mio primo libro è stato, con la sua recensione uscita su Il Ponte, uno dei più acuti critici. Mi si è avvicinato e mi ha consegnato un libro, ormai purtroppo introvabile. Si intitola Interpretando Schnitzler, pubblicato nel 2004 da Carlo Zella Editore, e raccoglie una serie di saggi scritti dai “feroci” lettori che animano quelle serate nel comune alle porte di Firenze.

Ho ovviamente cominciato a leggerlo appena tornato a casa, partendo da pagina 129 dove Chiara Del Buono nel capitolo intitolato Lo sguardo, “viviseziona” proprio Fräulein Else. Io ho il sospetto che l’edizione a cui lei attinge, la traduzione italiana intendo, non sia la stessa da cui io ho tratto la mia novella, perché in alcuni punti, leggendo il suo breve saggio, mi sono sentito spaesato, addirittura cogliendo sfumature, dettagli, situazioni di cui non mi ero accorto o che mi erano sfuggiti, benché, nella sostanza, non modifichino l’andamento del mio approccio.

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La recensione su “Il Ponte”

15 maggio 2011

Qualche giorno fa sono riuscito a trovare il numero di settembre 2010 della rivista “Il Ponte“, fondata nel 1945 da Piero Calamandrei insieme a Alberto Bertolino, Enzo Enriques Agnoletti, per un breve periodo Vittore Branca, e Corrado Tumiati. Contiene una recensione del mio libro di racconti Sempre più verso Occidente scritta da Paolo Vannini, che ho già avuto modo di pubblicare nel post intitolato La versione di Paolo.

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Un grazie particolare

9 gennaio 2011

In questo collage compaiono i volti delle persone che hanno presentato il mio libro nel corso del 2010 o hanno contribuito a che venisse presentato o, infine, hanno presentato il loro insieme a me. Li ringrazio infinitamente. Sono da sinistra a destra e dall’alto verso il basso: Alessandro Cosimi, Pasquale Mennonna, Titti, Maschietto, Carla Edigati, Aldo Rosati, Tito Barbini, Italo Dall’Orto, Tiziano Mealli, Paolo Vannini, Simon Dynys, Maurizio Marinelli, Stefano Tesi, Cristiana Schillaci, Massimo Biagi, Roberto Barzanti, Gianni Conti, Alessandra Pastore, Dario Longo, Vannino Chiti. Ci sono altri che hanno lavorato più nell’ombra e ringrazio anche loro.

L’11 febbraio alle 17.30 la prossima presentazione di Sempre più verso Occidente e altri racconti alla Biblioteca delle Oblate di Firenze nell’ambito di Leggere per nondimenticare.

L’ultimo incontro col libro

7 gennaio 2011

Anna Benedetti

Direi che l’11 febbraio si conclude un ciclo. Quel giorno l’amico e vice presidente del Senato Vannino Chiti presenta alla Biblioteca delle Oblate, nell’ambito di Leggere per non dimenticare, la prestigiosa rassegna organizzata da Anna Benedetti, la mia raccolta di racconti Sempre più verso Occidente pubblicata da Baskerville.

È passato più di un anno da quando Maurizio Marinelli, direttore editoriale della casa editrice bolognese, mi ha consegnato la prima copia di quello che per molto tempo era stato solo un sogno. Quel giorno, le parole che avevo scritto nel corso del tempo, avevano finalmente trovato il guscio nel quale stare, la loro forma compiuta, fatta di carta, inchiostro, colla, fili.

Ho avuto occasione di presentarlo a Firenze, alla libreria Libri Liberi, con Pasquale Mennonna, Italo Dall’Orto che ne ha mirabilmente letto alcuni brani in pubblico e Tiziano Mealli e i suoi allievi del conservatorio. Fu una festa con gente che sembrava davvero contenta di essere lì. Poi a Pistoia, con Vannino appunto, Dario Longo e Massimo Biagi allo Spazio di via dell’Ospizio. Al circolo letterario di Gianni Conti con Paolo Vannini e Carla Edigati a Sesto Fiorentino, poi alla festa del Pd di Montale con Alessandra Pastore, alla comunità ebraica di Livorno con Alessandro Cosimi e Paola Jarack Bedarida, al Comune di Arezzo con Tito Barbini e Claudio Repek, ai bagni Milena di Viareggio con Aldo Rosati e Titti Maschieto, a Siena con Roberto Barzanti anche se lì poi la presentazione non c’è stata, e al Festival del cinema delle donne all’Odeon con Simon Dynys, a Fucecchio alla Fondazione Montanelli con Stefano Tesi.

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Circolo Pickwick

13 aprile 2010

Gianni Conti, fondatore del salotto letterario di Sesto Fiorentino

Quando Carla Edigati Watson – di cui riferirò dopo – mi ha chiesto di portare 10 copie del mio libro al salotto letterario di Gianni Conti a Sesto Fiorentino, ho avuto un attimo di esitazione. Il mio editore dice: «Le copie si vendono, non si regalano!». Avendo letto Il padrone di Goffredo Parise in giovane età, tremo e ubbidisco. Traccheggio con Carla. Lei mi rassicura, malgrado i miei spigoli e le mie intemperanze, delle quali, con lei, ancora mi scuso. Mi rassicura e mi spiega: «Se il tuo libro gli interessa, te lo comprano e poi ne parlano».

Qualche settimana fa, accompagnato da tre amiche e amici, ho accettato l’invito. Ma prima ho placato un’altra esitazione. Sono andato a rileggermi gli sviluppi giudiziari dell’inchiesta che coinvolse un gentiluomo della politica fiorentina, un anziano democristiano di nome Gianni Conti, la cui educata correttezza avevo imparato ad apprezzare quando, cronista de l’Unità, seguivo il Consiglio comunale di Firenze, sui cui scranni sedevano l’elegante marchese Pucci, il grande Antonio Morettini, direi Paolo Cantelli – tornasse alla politica! –, Michele Ventura e, non lo escluderei, Aldo Zanardo.

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