I giovani e la politica
21 luglio 2013La rinuncia all’ideologia – ma anche agli ideali e alle idee di cui necessariamente è alimentata –, nonché alla fede verso un impianto concettuale così complesso – teorico prima che pratico e, perciò, più o meno utopistico –, è una delle ragioni, niente affatto insensate, per cui è stato smontato e fatto a pezzi il Partito comunista – la sua cultura, la sua organizzazione, la rete che gli stava intorno e lo stesso patrimonio di idee, esperienze, uomini, immobili, teste e testate – ed anzi, di più, i pilastri logici, emotivi, psicologici, esperienziali e finalistici su cui non solo quel partito si reggeva in piedi, ma la stessa struttura della politica, il suo essere organizzata appunto prevalentemente in formazioni e organismi più o meno grandi a grandi ideali ispirati, o alla convinzione, almeno, che anche piccole scelte, gesti, azioni, iniziative quanto meno dovessero aver quello scenario all’orizzonte o, come si cantava, quella “speranza in cuor”, ed esser quindi di parte, una o l’altra o un’altra ancora.