Appartenenze
2 giugno 2014Trovo che la descrizione di cosa sia il Pd fatta da Maria Teresa Meli sul Corriere della Sera di oggi (L’altolà dei renziani al partito unico della sinistra “antica”, p. 5), sia un’ottima spiegazione del perché mi senta, anzi sia, tanto distante da quell’assembramento che pare ora tanto in auge.
E in altre parole del perché “io non appartenga” a quello schieramento, e quello schieramento “non mi appartenga”. Siamo uno qua e uno là, tutto qui.
Scrive Maria Teresa Meli: «Insomma, per Renzi il Pd “non può essere un insieme di correnti culturali, di tradizioni politiche diverse che si uniscono, perché così non è spendibile, non è credibile e non vince”. “Deve essere una cosa nuova”, come ha ripetuto tante volte, “in grado di catturare le persone che hanno votato per Grillo e per il Pdl”. Ecco, “un partito delle persone”, dove ognuno ha un nome e ognuno viene consultato (…). Dunque “un partito comunità”, che rifiuta “l’idea novecentesca dell’appartenenza”».