Pd

Appartenenze

2 giugno 2014

Trovo che la descrizione di cosa sia il Pd fatta da Maria Teresa Meli sul Corriere della Sera di oggi (L’altolà dei renziani al partito unico della sinistra “antica”, p. 5), sia un’ottima spiegazione del perché mi senta, anzi sia, tanto distante da quell’assembramento che pare ora tanto in auge.

Matteo Renzi

E in altre parole del perché “io non appartenga” a quello schieramento, e quello schieramento “non mi appartenga”. Siamo uno qua e uno là, tutto qui.

Scrive Maria Teresa Meli: «Insomma, per Renzi il Pd “non può essere un insieme di correnti culturali, di tradizioni politiche diverse che si uniscono, perché così non è spendibile, non è credibile e non vince”. “Deve essere una cosa nuova”, come ha ripetuto tante volte, “in grado di catturare le persone che hanno votato per Grillo e per il Pdl”. Ecco, “un partito delle persone”, dove ognuno ha un nome e ognuno viene consultato (…). Dunque “un partito comunità”, che rifiuta “l’idea novecentesca dell’appartenenza”».

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Lettera al segretario

25 novembre 2012

A Pier Luigi Bersani

segretario del Pd

Bettola (Piacenza)

Caro Bersani,

Pierluigi Bersani

ho avuto l’onore e il piacere di conoscerti personalmente quando facevi il Presidente dell’Emilia Romagna. Io ero da poco arrivato a Bologna tentando (invano) di contrastare le spinte provincialistiche ma non egualitarie e razionali, secondo le quali a Bologna, Modena e Reggio Emilia, dove c’era “la pilla”, si davano informazioni e si lavorava per tener desta una coscienza non dirò di classe, ma civile e critica, mentre a Parma, Piacenza, Ferrara, Ravenna, Forlì, Rimini, si poteva tirare i remi in barca e spera che dio ce la mandasse buone e senza vento.

L’impressione è stata quella di incontrare un uomo pragmatico, idealmente motivato, capace di elaborare un pensiero attento alle novità, a quel che sta fuori dagli schemi. Parlo di un’impressione, perché nel tuo ufficio (ma forse dovrei darti del lei per ragioni che oltre ti saranno più chiare), con Roberto Franchini che lavorava al tuo fianco, siamo stati insieme non credo più di mezz’ora, cercando di mettere a fuoco come l’Unità avrebbe potuto far maturare il senso di una appartenenza regionale che non è spiccato in Emilia Romagna e di valorizzare un’istituzione che a me stesso, per certi versi, risultava abbastanza ingegneristica e distaccata, pur provvedendo al funzionamento di fondamentali attività come la salute pubblica e il turismo, per dirne solo due.

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Questione di pelle

15 luglio 2012

La manifesta spaccatura sulla questione “unioni civili” registrata nell’assemblea del Pd che si è appena conclusa mette in evidenza, purtroppo, difficoltà di fondo che impediranno ancora a questo paese di cambiare e di incamminarsi su una strada che lo metta al riparo dalla catastrofe a cui stanno andando incontro.

In un post del 12 giugno scorso intitolato Priorità politiche avevo, al limite della provocazione, sostenuto che impuntarsi su questo argomento ora, in questo contesto era da irresponsabili, perché c’è un’emergenza di nome crisi, miseria e disoccupazione che chiama all’appello e dinanzi alla quale bisognerebbe rinsaldare le fila, cercare l’unità, sentirsi compatti e solidali, anziché dividersi.

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La Resistenza on line

6 novembre 2010

Aristo Ciruzzi

Questa mattina, il circolo del Partito democratico di Varlungo, uno dei quartieri storici dell’antica periferia di Firenze, è stato dedicato a Corrado Bianchi e ad Aristo Ciruzzi. Mio padre, che di quel circolo è un iscritto per non dimenticare di quando nella Torino del primo dopoguerra salterellava intorno a Palmiro Togliatti e per tener desti gli ideali che lo hanno ispirato per una vita, si è dato un gran da fare per questa occasione.

È stato lui ad insistere perché quelle stanze dove ci si può riunire, discutere, incontrarsi, parlare fossero dedicate non solo a quel partigiano fiorentino, medaglia d’argento per la Resistenza, che per anni ha fatto il segretario del Pci in quel rione a ridosso dell’Arno, ma anche a un amico di famiglia che è stato una leggenda, anche se ormai si fa fatica a tener deste le leggende.

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Pazienza finita

24 ottobre 2010

Pierluigi Bersani

La campagna pubblicitaria del Partito democratico con cui sono state tappezzate le nostre città e che ho citato per dimostrare quanto personalmente sia In linea, ad ogni variante riporta la scritta che «la pazienza è finita». So quanto sia fasullo tutte le volte che diciamo «ora basta», oppure «non ne posso più». Abbiamo sempre margini ulteriori e la possibilità di aggiungere un qualche altro supplemento è sorprendente. Per cui mi è difficile riconoscere che la pazienza possa essere finita. Te ne devi inventare sempre una nuova, magari una pazienza impaziente, scombussolante, da soqquadro, ma pur sempre sopportante, rassegnata, reiterativa, replicante.

Ci invita poi a rimboccarci le maniche, vale a dire a metterci del proprio, a fare ciascuno la sua parte, a sporcarsi le mani. Con l’amica Linda mi sono chiesto quale sia il messaggio che quei poster ci danno, cosa ci invitino a fare, cosa si aspettino i promotori che ne scaturisca. Non siamo in una campagna elettorale, quindi al termine di questa sensibilizzazione non saremo chiamati a mettere la nostra crocetta sul simbolo di quel partito. Quando sarà il momento potremmo essercelo scordati. L’obiettivo, allora, potrebbe essere quello di chiederci l’iscrizione al partito, un 3 per mille da destinare a un progetto condiviso che ci vede concordi e consenzienti. Nemmeno questo, suppongo, non essendoci un invito esplicito né un conto corrente postale a cui far riferimento o un indirizzo internet tramite il quale potersi associare o l’elenco delle sedi alle quali potersi rivolgere e trovare qualcuno che ci stia aspettando.

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Uno spiraglio politico

19 ottobre 2010

Ambrogio Lorenzetti, Allegoria del buongoverno, Siena

Il Pd ha tentato onorabilmente di proporsi come catalizzatore di valori, interessi, tradizioni rispettabilissimi. Sulla scia di questi ha inoltre tentato di candidarsi come partito capace di governare questo Paese e tirarlo fuori dalla paurosa crisi in cui versa: crisi economica, istituzionale, morale, politica, e, soprattutto, futuro incerto, incertissimo.

Sembra tuttavia avere grandi difficoltà. C’è un permanente protagonismo di molti dei suoi rappresentanti che ne sminuisce il valore progettuale e il senso di appartenenza di chi ad esso guarda ancora con qualche speranza. Ma c’è anche una disaffezione cronicizzata di coloro ai quali il cuore palpita ancora a sinistra o da quelle parti, o che almeno condividono ideali, senso di giustizia, speranze in una società più efficiente e equa.

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Vecchi rimbambiti

19 settembre 2010

Alfredo Reichlin all'uscita della festa per i 90 anni di Bruno Schacherl

Quanto poco sensata sia l’uscita del bravo sindaco di Firenze Matteo Renzi nella sua veste di sgomitante pretendente al trono di far piazza pulita delle cariatidi dovrebbe risultare evidente dalla lettura di un articolo comparso su quel giornale che sta comportandosi da proprietario delle ferriere un’altra volta. L’articolo si intitola Il Pd è fuori partita e a dir questa frase, insieme ad altre ben più amare, è un “vecchio” di 85 anni. Andato anche lui? Bollito? Cotto? Passato?

In realtà Alfredo Reichlin – uomo schivo e severo, antico ticchettio di sinapsi e neuroni, talmente serio da aver del pudore a dir quel che sta dicendo per timore di far altro baccano in una sala di ristorante dove tutti anziché abbassare la voce per capirsi col vicino di tavolo la alzano per sovrastare quella di coloro che siedono accanto – è tutt’altro che decotto: l’ho udito porre omaggio a Bruno Schacherl nel maggio scorso e perdinci se dava la carica, senza concessione alcuna ai peana della nostalgia.

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Facili previsioni

18 settembre 2010

Il logo de l'Unità

Era il 12 maggio quando ho scritto un post intitolato Una “Mattina” appena alzato nel quale mettevo in guardia i colleghi che lavorano nelle redazioni di Firenze e Bologna dei rischi a cui stavano andando incontro e che oggi si mostrano esser diventati realtà: qualche mese di gloria e poi giù la chiusura e il licenziamento.

Si legge sul sito del giornale fondato da Antonio Gramsci in data 16 settembre 2010: «l’Unità entra in sciopero due giorni, oggi, giovedì, e domani venerdì 17 settembre. Lo ha deciso con un voto unanime l’assemblea di redazione contro la minaccia di sospensione, annunciata dall’azienda al comitato di redazione, delle pubblicazioni delle edizioni locali della Toscana e dell’Emilia Romagna a partire dal 15 ottobre. Il giornale non sarà in edicola domani (venerdì) e sabato. Il sito on line non verrà aggiornato nelle stesse giornate: venerdì 17 e sabato 18 settembre. l’assemblea di redazione de l’Unità»

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I puri e gli epurati

1 settembre 2010

Pietro Nenni

Il web lo uso anche io, è un grande canale di comunicazione, ma non sostituisce le regole della democrazia. (…) Non posso pensare di sostituirmi io alle decisioni prese da tanti solo perché mi scambio messaggi sul mio sito: questo è il contrario di un partito, che vive con rigorose regole demoratiche. Altrimenti diventiamo una specie di pullman, in cui si scende o si sale a piacimento, e questo non fa vincere. E se fa vincere non fa governare. Attenzione, perché come diceva Nenni i “puri trovano sempre uno più puro che li epura”: anche un comunicatore trova sempre un comunicatore più comunicatore che lo scomunica.

Vannino Chiti, intervista a David Allegranti, Corriere fiorentino, 1-9-2010, p. 5

Il momento del Pd

2 agosto 2010

Pierluigi Bersani

È questo il momento in cui il Pd dovrebbe farsi sentire, dicono numerosi commentatori, dinanzi alla frattura fra il premier e il presidente della Camera che rimette in gioco la situazione politica italiana, della quale scrivo il meno possibile perché se ne scrive già in abbondanza ed io penso che come spesso avviene l’indigestione porti alla nausea e all’inappetenza.

Non condivido il giudizio, non così come viene espresso. È evidente che l’opposizione debba svolgere il suo ruolo dinanzi a una situazione di crisi, ci mancherebbe altro. Ma credo che il momento in cui un partito debba farsi sentire è ogni momento, ogni frazione di secondo che il quadrante dell’orologio rilascia in terra, ogni pagina di agenda strappata, ogni foglio del calendario.

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Un’antica testata

24 giugno 2010

La testata di Politica e società.it

Da oggi è on line una nuova testata telematica di cui ho accettato di essere direttore responsabile e del cui recupero sono stato, invero, l’artefice. L’ho fatto per partecipare d’una passione che condivido con un politico nel quale nutro ancora fiducia, stima e rispetto: Vannino Chiti. Di lui ho parlato altrove nel mio blog (Vedi alla voce politica, Le cose messe in fila, Giovedì a Pistoia, Forma e sostanza, Nello Spazio di via dell’Ospizio, Lo sguardo di Rita e Vannino Chiti: «Un libro che non lascia indifferenti»).

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