Impedire di pensare
22 settembre 2015
C’era uno che ordinò: «Bisogna impedire a questo cervello di pensare!». Direi non avesse molta importanza cosa quel cervello pensasse, anche se – va detto – si trattava effettivamente di idee sconvolgenti e di un cervello particolarmente vispo e fecondo. “Incontrollabile” mi verrebbe da dire pensando sia tale un cervello che pensa, perché – come canta uno dei più bei lider di Mahler ripreso anche da Pete Seeger in una delle sue canzoni pericolose – Die gedanken sind frei, i pensieri sono liberi.
In quell’agghiacciante affermazione perentoria era racchiuso uno dei più raccapriccianti orrori mai partoriti dall’umanità, l’affermazione sciente della violenza come principio regolatore della convivenza, la pianificazione consapevole del terrore e della paura, il proposito deliberato di annientare intere fasce di popolazione, in particolare per la loro discendenza ereditaria ribattezzata razza mescolata a un’adesione religiosa più o meno moderata, ma anche per il loro credo politico, o i propri gusti sessuali o una qualche malformazione fisica o mentale.