Lettera al segretario
25 novembre 2012A Pier Luigi Bersani
segretario del Pd
Bettola (Piacenza)
Caro Bersani,
ho avuto l’onore e il piacere di conoscerti personalmente quando facevi il Presidente dell’Emilia Romagna. Io ero da poco arrivato a Bologna tentando (invano) di contrastare le spinte provincialistiche ma non egualitarie e razionali, secondo le quali a Bologna, Modena e Reggio Emilia, dove c’era “la pilla”, si davano informazioni e si lavorava per tener desta una coscienza non dirò di classe, ma civile e critica, mentre a Parma, Piacenza, Ferrara, Ravenna, Forlì, Rimini, si poteva tirare i remi in barca e spera che dio ce la mandasse buone e senza vento.
L’impressione è stata quella di incontrare un uomo pragmatico, idealmente motivato, capace di elaborare un pensiero attento alle novità, a quel che sta fuori dagli schemi. Parlo di un’impressione, perché nel tuo ufficio (ma forse dovrei darti del lei per ragioni che oltre ti saranno più chiare), con Roberto Franchini che lavorava al tuo fianco, siamo stati insieme non credo più di mezz’ora, cercando di mettere a fuoco come l’Unità avrebbe potuto far maturare il senso di una appartenenza regionale che non è spiccato in Emilia Romagna e di valorizzare un’istituzione che a me stesso, per certi versi, risultava abbastanza ingegneristica e distaccata, pur provvedendo al funzionamento di fondamentali attività come la salute pubblica e il turismo, per dirne solo due.