Pierre Hadot

Opposti contigui

5 maggio 2013

La sintesi fatta da Antonella Blanco – che fa il punto, ad oggi, degli studi svolti per collegare psicologia, fisiologia e chimica – da me pubblicata nel post Del piacere e altri demoni, dovrebbe aiutare a riflettere su qualche comportamento che trasciniamo per inerzia, consuetudine, disattenzione e su talune deviazioni imprecise ed inesatte che talvolta intraprendiamo motivatamente ma con poca saggezza.

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Socrate in corsia

25 agosto 2010

Il nuovo ingresso di Careggi

Ho letto oggi sul giornale che l’ospedale fiorentino di Careggi – dove ho una stanza all’Hotel Bellavista, non tutta per me, ma pronta per ogni evenienza, qualora, come questa mattina, le palpebre o le caviglie mi si gonfino fuor di misura – si è dotato di un “consulente filosofico”. La notizia mi fa piacere non solo perché fa balenare prospettive di lavoro alternative alla mia professione ufficiale, il giornalista, essendo io in quella cosa con la quale o senza la quale è la stessa cosa laureato, a dispetto di qualche denigratore, ma anche perché credo che effettivamente dall’amore per la sapienza se ne possa trar beneficio e perciò anche il corpo ne sia gratificato.

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Lezioni antiche

16 agosto 2010

Ho appena terminato di leggere Esercizi spirituali e filosofia antica di Pierre Hadot, libro di cui meriterebbe scrivere ben più che un solo post su un blog dove mescolo le cose più disparate.  L’ultimo saggio che chiude il libro si intitola  La filosofia è  un lusso?, e la risposta è  drammaticamente affermativa:  «Il dramma   della condizione umana è che è impossibile non filosofare e nello stesso tempo impossibile filosofare». Questio de centauris.

Pierre Hadot

Esistono tuttavia momenti in cui lo si può fare, o almeno tentarvi. Per lo più abbiamo una conoscenza della filosofia come storia della filosofia, e per certi versi è saggio sia così, che si possa ricostruire l’evoluzione del pensiero, il suo dipanarsi anche caotico, secondo rivoli che Heidegger giustamente ha chiamato Holzwege, sentieri interrotti di cui si perde traccia nel bosco per poi ritrovarli poco oltre.

Ma essa, e Hadot lo spiega splendidamente, è ben altro. È amor, non amicizia, di sapienza: φιλο-σοφια. È una tensione insopprimibile a ricercarla sapendo di non poterla mai raggiungere. Altra questio de centauris, corpo di cavallo e busto d’uomo.

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La dignità della rivoluzione

18 luglio 2010

Gregory Bateson

Qualche sera fa – ne ho già scritto –, alla festa dell’Unità di Montale – si chiama festa del Pd, ma ci comprendiamo meglio se uso quest’espressione, benché il giornale fondato da Gramsci non sia più quello che è stato per lungo tempo – alla festa di Montale, dicevo, la presentazione del mio libro ha finito per essere un confronto a più voci sull’idea che si ha della morte – la non più esistenza – e su un quesito vecchio come Giobbe, non espresso come lo sto facendo io ora, ma sintetizzabile in questo modo: si deve modificare l’uomo o si deve modificare il mondo?

Ho sostanzialmente sostenuto che se non  ci si presenta al mondo con l’intera propria esistenza – bella, brutta, grande o misera che sia –, cioè se in qualche modo non si cambia tirando fuori tutto quel che siamo e non solo quello che gli altri si attendono, anche il mondo finisce per avere un’esistenza solo apparente e, perciò, immodificabile.

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