Pietro Buttarelli

Una tesi su Alcorn

26 settembre 2014

Come solo il lettore più affezionato avrà notato, gli scritti su questo blog si sono diradati al punto da indurre ragionevolmente qualcuno molto solidale a chiedermi se per caso abbia deciso o stia per decidere di rinunciare al dominio ipotecato e interrompere la comunicazione.

Detesto le dichiarazioni d’intenti preferendo ad esse le segnalazioni di fine dei lavori o il canto, festoso o sconfitto, di chi ha compiuto l’opera, perciò non soddisferò questa curiosità che, peraltro, sono certo intrighi al massimo un manipolo di individui.

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Canali e canaglie

3 maggio 2010

Molti anni fa, in una “Bustina di Minerva” su l’Espresso, Umberto Eco scrisse un pezzo che avevo ritagliato ma non so più dov’è, forse nella casa che ho comprato con la fatica d’una vita eppur più non m’appartiene avendo provato io un sentimento ambiguo ed avendo ceduto alla malattia (tranquilli, non è leucemia!). L’articolo parlava della crescita dei “canali” mediali. Sostanzialmente diceva che quando c’era solo Rai 1 in bianco e nero, trattandosi di un solo canale, in mezzo a qualche porcata, poteva finirci dentro, o passarci attraverso, anche ottima roba. Dovevi riempire un palinsesto di 12 ore, perché a mezzanotte compariva una splendida sigla con non ricordo più quale musica e un’antenna che svettava nel globo di una globalizzazione appena in fieri, e fino al mattino seguente, niente zapping. Ho accennato a quell’epoca televisiva in un altro blog intitolato Fare tv.

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Grazie zii

12 aprile 2010

Sono stato invitato a Torino sabato e domenica. Anna, la sorella di mio padre che suona il pianoforte, fa un compleanno. Purtroppo non ci posso andare. Troppe cose da fare e pochi soldi in tasca: un giudice ha deciso che devo tirar la cinghia e le decisioni dei giudici non si commentano, si eseguono.

Anna è stata la moglie di Pietro Buttarelli, che purtroppo non c’è più e che nel 1957 (annus horribilis), insieme a  Fausto Amodei, Sergio Liberovici e Michele Straniero, dette vita a Torino al Cantacronache, gruppo di musicisti, letterati e poeti che, a giudizio di Umberto Eco, sono stati i precursori dell’esperienza dei cantautori italiani. Lo zio Pietro ha fatto l’attore di teatro credo soprattutto al Piccolo di Milano e aveva una parte, se non ricordo male, ne I promessi sposi del Manzoni, uno dei primi sceneggiati andati in onda sulla Rai quando c’era ancora solo un canale, l’Uno. I testi delle loro canzoni erano firmati da Italo Calvino, Franco Fortini, Gianni Rodari, Michele Pogliotti, Emilio Jona, Giorgio De Maria, e lo stesso Umberto Eco. A cantare con lo zio in quel gruppo ci sono stati anche Edmonda Aldini, Margot, Duilio Del Prete, Franca Di Rienzo, Pietro Buttarelli, Silverio Pisu, Glauco Mauri.

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