Due pesi, due misure
29 aprile 2010
All’indirizzo http://www.regione.toscana.it/regione/multimedia/RT/documents/2010/03/26/e471cc41366bf0ba212b55f656e714e9_retribuzionidirigentifebbraio2010.pdfsi può sapere quant’è, ancora per poco, il mio stipendio lordo (Ne allego il pdf, dovesse un giorno esser soppresso il sito della Regione).
Se n’è servito l’avvocato della mia quasi ex moglie per convincere il giudice a spremermi ben bene e farmi boccheggiare più di quanto non voglia il mio enfisema polmonare. È trasparenza amministrativa e fa bene la Regione Toscana a metterci in piazza, mica come fa la massoneria con le sue liste degli iscritti alle logge. Peraltro pubblica anche i nostri curriculum, dai quali si evince facilmente se sappiamo fare o meno il nostro mestiere.
La qualifica di direttore non è valutata nella definizione dei minimi sotto i quali gli editori non possono andare nei rapporti di lavoro con i loro giornalisti, così come previsto dal Contratto nazionale. L’ultima “pesata” è quella d’un caporedattore che, altre indennità a parte con cui va ben oltre questa cifra, ha diritto ad almeno 2.404 euro netti al mese.
Ai direttori delle Agenzie di informazione della Giunta e del Consiglio vien chiesto per legge, oltre che di fare i direttori, di svolgere anche tutte le mansioni di un dirigente regionale, comprese tutte quelle beghe che si traducono in decreti e de-cretini, coi quali è facile scivolar nel mirino della Corte dei Conti o della Magistratura, magari per una svista, un’incomprensione complessiva della legge. Ma il loro compenso – considerato che dal lordo van giustamente tolte alla fonte le tasse ed ogni altro balzello, evitando così qualunque forma di evasione fiscale che insieme all’esercizio del voto e al rispetto del codice penale è ciò che ci trasforma in appartenenti a una comunità chiamata Stato, assomigliante al Leviatano di Hobbes – nemmeno sfiora quello che in una qualunque redazione percepisce il più giovane dei caporedattori. (continua…)