Elogio dell’antipatia
14 settembre 2013
Rendendomi immediatamente antipatico preciserò al lettore, lo sappia o meno, che la parola “antipatico”, anzi “antipatia”, da cui come aggettivo è tratto, viene dal greco e mette insieme la particella anti (contro) e il sostantivo pàthos (affezione, passione), indicando così, spiega il vocabolario etimologico, un’avversione, una ripugnanza naturale e non ragionata che si ha per qualcuno o per qualcosa. È insomma l’antipatia un sentimento avverso, che ha come sinonimi – lo precisa il vocabolario che li raccoglie insieme alle parole di significato opposto, e perciò si chiama dei sinonimi e dei contrari – avversione, odio, repulsione, insofferenza, intolleranza, incompatibilità, malevolenza, ripugnanza, orrore, ribrezzo, e come contrari, appunto, simpatia, attrazione, amicizia.
Come si vede il primo termine al quale si contrappone è “simpatia”, parola che ha la medesima radice, quel pàthos, e si avvale però della particella syn (con, insieme) per indicare un’inclinazione istintiva che attrae una persona verso un’altra ed è perciò, dice ancora il vocabolario etimologico, facoltà di partecipare ai sentimenti dei nostri simili, ai loro piaceri e dispiaceri.