In un sensato saggio pubblicato nel 1971 nella raccolta Verso un’ecologia della mente, l’impareggiabile antropologo e linguista Gregory Bateson – artefice della teoria del “doppio legame” – sostiene che da sobrio l’alcolizzato è «più sensato delle persone che lo circondano». Scavando tra le pagine di scrittori e filosofi – da Socrate a Leopardi, da Tolstòj a Montaigne – un alcolista sobrio va alla caccia di senso e logica, ricordandosi delle proprie compulsive passioni e delle emozioni che accomunano i seguaci di John Barlecorn e quanti riescono, invece, a non alzare il gomito. Se il primo passo è aver consapevolezza di quanto si sta bevendo, in queste pagine si incontra il cammino di chi beve e di quanti lo circondano. LEGGI DI PIÙ
La biografia di Primo Levi scritta da una persona che ha amato lo scrittore amando chi l’ha amato e gliel’ha fatto amare: perciò è «appassionata». In dodici condensati capitoli Questo è un uomo testimonia il valore del pensiero e della narrativa del prigioniero 174517 nel Lager di Auschwitz, insieme al debito personale dell’autore nei confronti di un maestro. LEGGI DI PIÙ
Il primo libro pubblicato dalla casa editrice TESSERE è Appropriazione indebita, una raccolta di trenta interviste realizzate per l’Unità da Daniele Pugliese fra il 1982 e il 1992 a filosofi, scienziati, intellettuali che hanno lasciato un grande contributo alla cultura e dalle cui parole ancor oggi è possibile trarre importanti suggerimenti per aprire i propri orizzonti e spalancare la propria mente. LEGGI DI PIÙ
Apocalisse,
il giorno dopo.
La fine del mondo fra deliri e lucidità
Pubblicato nella «collana coordinate» della casa editrice Baskerville di Bologna. Il libro, dalle ore 24 del 21.12.2012 e fino all’uscita del volume di carta è disponibile e scaricabile gratuitamente in formato ebook dal sito della casa editrice.LEGGI DI PIÙ
Pubblicato nella «collana I venticinque» della casa editrice italo-francese Portaparole di Roma ed è acquistabile in libreria oppure online. LEGGI DI PIÙ
Pubblicato nella «collana blu» della casa editrice Baskerville di Bologna, che annovera in catalogo autori quali Pier Vittorio Tondelli, Fernando Pessoa, Georges Perec ed è acquistabile in libreria oppure online.LEGGI DI PIÙ
A proposito di bilanci di fine anno, dei quali ho riferito in Convenzioni temporali: nei 317 giorni del 2010 in cui ho tenuto aperto il mio blog – il primo post è del 18 febbraio –, ho pubblicato 836 post, con un media, evidentemente, di 2,3 rilasci quotidiani. Ho avuto in tutto 57.295 visite, con una media di 180 visitatori al giorno. Il picco di visite c’è stato il 13 ottobre 2010, il giorno dopo la pubblicazione di Regione addio: 1.158 visite, con un incredibile numero di commenti a quel post.
Anche le mie considerazioni in occasione del compleanno di Bruno Schacherl dal titolo La tribù di Geronimohanno avuto un gran numero di lettori, quasi 700, seguite dalla ripubblicazione del libretto de l’Unità sulla massoneria in Toscana (Gonnellini toscani) e dal peana contro lo sfruttamento dei traduttori (AAA traduttore cercasi) e dall’amarezza per l’omicidio di Susanna Tre Re (Onore al nemico).
La Regione Toscana ha una legge banale banale, la 22 del 2002, che tutto sommato si limita a dare applicazione alla legge nazionale 150 del 2000, la quale disciplina le attività di informazione e di comunicazione delle pubbliche amministrazioni.
Una legge dell’Ufficio di Presidenza, che prevede disposizioni transitorie, è stata approvata all’unanimità
Firenze – Quarantatrè voti a favore, nessun astenuto, nessun voto contrario. Così l’aula di Palazzo Panciatichi ha approvato le “Disposizioni transitorie per lo svolgimento delle attività di informazione del Consiglio regionale”, il testo di legge messo a punto “con unanime convinzione”, come detto dal presidente Alberto Monaci, dall’Ufficio di presidenza del Consiglio. Quest’ultimo ha deciso di rivedere l’organizzazione delle attività di informazione dell’organo legislativo toscano, anche attraverso la modifica della legge 43/2006, che ha istituito le Agenzie per l’informazione, rispettivamente, di Giunta e Consiglio.
Però un’altra considerazione, appena accennata nel post Qualcuno era comunista del 19 settembre scorso, devo farla riguardo la vicenda del mio lavoro.
La campagna della Fnsi contro il bavaglio ai giornalisti
A scanso equivoci è opportuno ribadisca che da un punto di vista formale nulla mi era dovuto e non sta scritto in nessun luogo che un contratto a tempo determinato, con tanto di scadenza a fine legislatura, come l’ho sempre chiamato un “cococo di lusso”, debba per forza essere rinnovato.
La questione, evidentemente, non è questa. In discussione non c’era quello che altrove si chiamerebbe “la giusta causa”. Anzi, semmai, per motivi di merito, sarei dovuto essere ancora in sella al cavallo o, più precisamente, a Palazzo Strozzi Sacrati avrebbero dovuto dire: «Cavallo che vince non si cambia». È solo una questione di maggior fiducia verso qualcun altro o di maggior organicità a quello che si ha intesta o comunque di gratitudine per il lavoro svolto, ed io lo trovo del tutto legittimo e accettabile. Niente da eccepire.
La sala Pegaso in Palazzo Strozzi Sacrati, sede della Regione Toscana
Fino a un certo punto ho cercato di stargli dietro e ringraziarli uno ad uno. Non ce l’ho fatta. Poi ho dovuto demordere. Troppi o, io, troppo poco tempo. Ai quali ora dico un unico grande grazie che vale per tutti. Grazie della solidarietà, dell’affetto, dell’amicizia, della stima, del riconoscimento. Quasi 1.200 persone sono andate ieri a leggere il mio post Regione addio. Nei commenti del blog, su Facebook, per posta elettronica o con una telefonata, in pubblico o in privato, mi hanno detto o lasciato una parola che è salutare e benefica.
Tornerò a ringraziarli, ma ora vorrei notare una cosa. Mi ha molto colpito che per tanti, intervenire sulla scorrettezza con cui sono stato trattato e sulla superficialità con cui il centro sinistra si occupa – non da oggi – delle questioni dell’informazione è stata l’occasione per sfogarsi ed esprimere in generale il proprio rammarico, il proprio smarrimento, la propria sfiducia per l’operato di chi fa politica. Di quegli uomini e donne, cioè, a cui tutti guardiamo con la speranza che, con il nostro sostegno, con la nostra passione e partecipazione, ci rendano un oggi e un domani migliore. E che invece, nella maggior parte dei casi, ci sembrano impegnati solo in giochi che si fatica addirittura a comprendere, se non talvolta, che ci schifa sapere.
Qualcuno era comunista. E stava dalla parte dei lavoratori. Ho pianto quando un’amata persona mi ha regalato quella canzone di Giorgio Gaber. Ho pianto a sentire «Qualcuno era comunista perché Berlinguer era una brava persona». A dirotto a sentire «Qualcuno era comunista perché pensava di poter essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri».
Lacrime a parte, versate e fatte versare, si è anche quel che si è stati. Se aveva ragione un amico perduto per strada a dire che non sarai mai se non sei, è anche vero che non sarai mai quello che non sei stato. E mi sa che, con tutte le distanze prese nel tempo, comunista lo sono ancora. E ancora dalla parte dei lavoratori.
Il professor Vincenzo Ambriola, ordinario di informatica all’Università di Pisa, sul Corriere fiorentino di oggi, richiama la Regione Toscana agli impegni che si era presa nella passata legislatura in materia di reti informatiche. Ricorda solo la costituzione nel 2004 della Rete telematica regionale toscana (Rtrt) e le linee strategiche del 2009 per lo sviluppo dell’informatica.
Provo un lieve imbarazzo nel non poter, adesso, rispondere ad alcune persone che mi hanno scritto, manifestandomi pubblicamente o in privato, i loro pensieri, emozioni, sentimenti a seguito della pubblicazione del post col quale annuncio che da oggi non sono più il direttore di Toscana Notizie. Mi sento come un maleducato, pur sapendo di non esserlo. Le reazioni sono variegate. La solidarietà non da tutti viene espressa nello stesso modo e c’è anche chi, invece, ha da rimproverarmi per aver negli ultimi mesi percepito uno stipendio che, a suo dire, non meritavo, quasi che stia evadendo il fisco com’è prassi anche nel radicalismo più ortodosso.
Il logo di Toscana Notizie, disegnato da Barbara Barucci
La lettera ufficiale è arrivata ieri. Da domenica prossima, 15 agosto, non sono più io il direttore dell’Agenzia di informazione della Giunta regionale Toscana Notizie. Il mio contratto è scaduto.
La cosa si sapeva da tempo, da prima delle primarie, ed è ufficialmente stata confermata da La Repubblica il giorno dopo l’elezione di Enrico Rossi a presidente della Regione Toscana.
C’è stato questo interregno un po’ imbarazzante per tutti, ma adesso la cosa è certa e definitiva: da domenica non firmo più io le informazioni che escono dalla Regione Toscana, né tramite i suoi comunicati stampa, né tramite il suo sito, né tramite le numerose altre pubblicazioni e mezzi di comunicazione che ho contribuito a mettere in piedi negli ultimi dieci anni perché i cittadini di questa regione sapessero meglio che cosa faceva il loro governo locale.
Lorenza Pampaloni, la figlia del leggendario Geno che lavorava con Giorgio alla Vallecchi e ne ha fatte anche altre, è una delle colleghe che, strappate a importanti testate giornalistiche, sono finite a lavorare con me a Toscana Notizie. È stata la compagna, e in fin di vita la moglie, di Michelangelo Caponetto, riconosciuto leader del ‘ 68 a Firenze, personaggio con il quale non ho mai avuto grande simpatia, perché benché pencolassimo entrambi da una parte e non dall’altra, stavamo ai due lati di una barricata e io non vedevo con favore l’agitazione che l’animava e anche qualche incongruenza.
Da molte persone, invece, soprattutto sul dopo, ne ho sentito parlar bene. Io non so né voglio giudicare, porto rispetto a un uomo che non c’è più e ha lasciato comunque il segno. Perciò, come avevo promesso molto tempo fa a Lorenza, pubblico un racconto che è stato scritto su Caponetto da un suo amico, Paolo Brandinelli. Mi sembra piacevole da leggere e perciò, buona lettura.
Sandro Rossi è stato mio compagnuccio di banco e di merende agli eroici tempi de l’Unità in via Alamanni. Un giorno se ne andò via di casa portandosi dietro solo le sue Lacoste. Poi soffiò la fidanzata a un amico e con lei ha passato l’intera vita facendoci un figlio dal bel nome. Poi ci ha tradito tutti per andarsene a Milano da Panerai e lì è diventato un giornalista di spessore di quelli che sanno tutto di finanza e di come deve viver bene un uomo elegante, ricco, di class. Un giornalista di spessore lo era anche prima, ma lì caporedattore fin su a fare il direttore.
Poi stanco delle nebbie padane se n’è tornato nella sua Toscana, nei dipressi della città che ospita il Monte dei Paschi, ambiente a cui Sandro dev’esser sempre stato vicino. E qui ha preso in mano le redini di un piccolo quotidiano il cui editore in passato ha cercato di farmi la festa e questo non sta bene. Il giornale che Sandro, con le mie congratulazioni, dirige si chiama Il Nuovo Corriere di Firenze, per distinguerlo dal Corriere fiorentino che ha alle spalle la portaerei della Rcs. Be’, per farla breve, Sandro oggi, cioè ieri, ha deciso di sbattermi, con altri in prima pagina. Tuona l’apertura del suo giornale: Paperoni al lavoro negli uffici pubblici. Ecco quanto guadagnano i dirigenti di Regione, Provincia e Comuni.
Sono, ancora per poco, un uomo di potere: ho quattro segretarie. In realtà fanno le segreterie di redazione e lavorano per 17 giornalisti e 13 redattori web, non solo per me. Meglio: con me. E nessuna che si sia mai seduta sulle mie ginocchia. Una di loro, la Rita, qualche giorno fa mi ha mandato un commento a un post del blog gulp gasp, che mi son rifiutato di pubblicare, censurandola, e spiegandole perché lo facevo. Questa mattina, mi ha spedito un messaggio di posta elettronica. Io le ho chiesto se voleva che lo mettessi sulla piazza telematica e lei ha detto sì, senza farci neanche dell’editing. È comprensivo di un link a youtube perché ormai tutta la redazione di Toscana Notizie è multimediale.
Lo pubblico così come mi è arrivato:
…disse il maestro “ti auguro di avere i punti di vista delle rane”
Non credo sarà questa l’ultima conferenza stampa che avrò seguito da direttore di Toscana Notizie, l’Agenzia di informazione della Giunta regionale toscana che ho avuto l’onore di fondare e dirigere. Più per motivi burocratici, che per altro, ce ne sarà qualcun’altra ancora, prima che possa passare a pieno titolo lo scettro – l’onore e l’onere – all’amica, maestra e stimata collega Susanna Cressati. Presso il Tribunale di Firenze sono ancora depositate le varie carte firmate da Claudio Martini che mi indicano come direttore responsabile, con tutti gli oneri e gli onori derivanti da ciò, delle testate di proprietà di Regione Toscana.
Sarà Susanna Cressati a succedermi alla direzione di Toscana Notizie, l’Agenzia d’informazione della Giunta regionale che, più che altro, ho fondato. Lo annuncia la Repubblica di oggi nell’edizione di Firenze, sempre molto informata sulle mosse del nuovo Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. Io lo sapevo già da alcuni giorni e ne sono molto lieto, perché Susanna, che ha iniziato a lavorare all’Unità di Firenze ben prima di me – e ne è passato del tempo – non solo è un’amica, che condivide con me una scriteriata passione per la montagna, ma è una bravissima collega, una dei migliori rimasti sulla piazza. Con lei ho “litigato” sulle pagine del quotidiano fondato da Antonio Gramsci all’epoca in cui ci fu lo sciopero della Manifattura tabacchi e le sigarette d’un tratto divennero un bene introvabile, da mercato nero, che Fabrizio Frizzi non so come mi trovava. Fiorettammo, un colonnino a testa, io il pro-fumo, lei la vs. Vinse appellandosi ad Atahualpa. Da allora, più o meno, alla chiusura del giornale o all’uscita dall’ufficio, ci salutiamo dicendoci reciprocamente “Asfidanken”, e sappiamo cosa intendiamo. Ho avuto l’onore, anni fa, di convincerla a lasciare l’Ufficio stampa dell’ospedale pediatrico Meyer – un posto che mi suscita riconoscenza e pianto – per far sì che l’assessore al diritto alla salute avesse una brava professionista a seguirlo, insieme a un’altra brava giornalista strappata a Repubblica, Lucia Zambelli. Auguri Susanna, sono certo che farai benissimo anche questa cosa. E sono certo che i colleghi di Toscana Notizie saranno lieti di averti come capo: lascia che ti dedichi una canzone. Per me comincia una nuova avventura. Come ogni cambiamento porta qualcosa di nuovo.
Mi han detto: «Voglio proprio vedere se hai il coraggio». Altri, con aria di sfida: «Coraggio, fallo!» La stessa persona: «Sei un codardo». Li lascio parlare. Ognuno ha diritto di dire la sua e forse anche un motivo per farlo. Non voglio entrare nel merito della questione, riprendere il tema della paura e dell’azzardo, specularci sopra discettando di ciò che si guarda in faccia o sull’orlo di un baratro, neppure di come le luci di una camera di rianimazione possano abbagliare, né di come un cane possa percepire che più oltre di là c’è solo il precipizio, o di quattro balordi pronti a massacrarti solo perché hai sorriso, né tornar sulla questione se sia più comodo e sicuro restarsene o andare via. Sarebbe fiato sprecato, quando non c’è voglia di capire.
Ai primi, però, a coloro che scherzosamente mi hanno punzecchiato chiedendomi appunto «Voglio proprio vedere se hai il coraggio», rispondo come si dice a poker: «Vedo».
Quello che vedete è il ballo tra Nalda Bertolini e me alla cena per festeggiare la sua pensione. «Sei un gran bravo direttore – mi ha detto alla fine – ma come ballerino non vali proprio niente». Ed è andato così l’ultimo giro di valzer. Les jeux sont faits, rien ne va plus.
In un’intervista do’ i numeri della maratona elettorale di Toscana Notizie: ore e ore di informazione completa e tempestiva offerta ai media e alle persone. Tanta stanchezza ma anche molta soddisfazione e orgoglio per tutti noi che abbiamo lavorato per far sì che la Toscana sia stata la prima regione a completare e diffondere il dato elettorale.
Innanzitutto mi scuso perché sicuramente mi sono scordato qualcuno. L’età. Se manca, fate passaparola. Un altro giorno è andato ed è stato un giorno veramente speciale. Abbiamo fatto uno splendido lavoro di cui dobbiamo andare fieri. E se siamo riusciti a farlo è per le capacità, le competenze, le professionalità che ognuno di voi ha saputo mettere: ne vado orgoglioso. Ringrazio tutti quelli che hanno lavorato direttamente con noi, tutti i giornalisti di Toscana Notizie, i redattori web che hanno dato il meglio di sé ed è 3 anni che ce la mettono tutta, spesso nelle condizioni più avverse. La segreteria (in servizio o in pensione) e le colleghe e i colleghi che ci hanno affiancato: alcuni li conosco da una vita, alcune da molto tempo, altre da pochissimo, ma siete stati tutti davvero bravissimi. Ringrazio anche la Mirella di cui non ho email, le guardie giurate, i commessi, il signore del catering. Vorrei ringraziare Andrea Falciani e la sua squadra. Per il tramite di Oronzo tutti quelli che hanno lavorato con lui. E per il tramite di Enrico tutti i radiofonici del pool che da anni collabora con noi e spero che la storia vada avanti anche in futuro. Anche i colleghi che hanno tenuto in piedi lo streaming, qualcuno ci pensi a dirglielo. Un ringraziamento particolare a Luca Menegatti: hai fatto un milione di cose, le hai fatte bene e alla fine abbiamo imparato a conoscerci. Un grazie a Antonio Floridia e alle sue ricambiate sfuriate. E a Lucia Bora che è intervenuta sempre al momento opportuno con autorevolezza più che autorità, come per un sacco di tempo ha fatto il grande amico Valerio. Un grazie a Remo, alla sua passione, un po’ meno alle sue dimenticanze, ma son contento quando marciamo come una macchina sola. E anche ieri è stato così. Due parole a parte naturalmente vanno a Chiara e a Massimo: lavorassi alla Rai vi assumerei subito, di corsa. Ma purtroppo non è così. Però glielo dirò a De Felice. Un grazie speciale a Daniela Mugelli e Francesco Panaro, inguaribili mattacchioni con cui mi diverto un casino. A Luca e Sandro e a Piero che li ha mandati. E ora, manica di vagabondi, al lavoro e alla lotta.
Una delle tante lunghe giornate. Ma forse un po’ più lunga. Lunedì sarà così. In molte regioni si vota per eleggere i presidenti e i parlamenti locali. Lo fanno anche i maledetti toscani. Lavorando all’Agenzia di informazione della Giunta regionale toscana sono stato incaricato dal Direttore generale della Presidenza, prima Valerio Pelini, poi Lucia Bora, di predisporre tutto quello che è indispensabile perché i cittadini sappiano prima come si vota e per chi, poi quale sarà il risultato. Così ho messo in piedi una macchina da guerra che ha lavorato, sta lavorando e lunedì farà il gran botto. Allego i comunicati che spiegano cosa offriremo ai media e alle persone. Una gran faticata. Ma anche molta soddisfazione. Incrociamo le dita.
Il cuore batte proprio poco. Non credo solo il mio. Ma che s’ha da fa? Del resto, lo abbiamo imparato da giovani, se non ti interessi di politica, è lei ad interessarsi di te. E non sempre come vorresti. Per cui tanto vale starci in mezzo. Soprattutto coi tempi che corrono. E poi, se non altro, sono soddisfatto che con i miei colleghi – giornalisti, redattori web, segretarie e tutte le persone che da molti mesi ormai si riuniscono tutti i mercoledì mattina in piazza Unità d’Italia, prima sotto la guida di Valerio Pelini ed ora di Lucia Bora – si sta facendo un buon lavoro per organizzare le elezioni regionali che si terranno domenica 28 e lunedì 29 marzo. Da che parte sto io lo sanno tutti. Per cui, oltre al link alle pagine istituzionali della Regione, metto anche quello al sito del candidato che appoggio. Auguri Enrico!
Da pochi giorni in ufficio siamo senza Nalda. È andata in pensione. Beata lei. In dieci anni di lavoro, Nalda ed io abbiamo litigato non so quante volte, e qualche volta sono stato sicuramente ingeneroso con lei. Di lei apprezzo la fedeltà, le premure, la discrezione. La pensavamo e la pensiamo in maniera diversa, ma questo non ci ha impedito di cooperare e raggiungere buoni risultati. Se ho messo in piedi una macchina da guerra che si chiama Toscana Notizie, capace – come riconosciuto dalla maggior parte dei cronisti che hanno avuto a che fare con noi – di fare dell’ottima informazione istituzionale e finalmente “un” sito – www.regione.toscana.it – che concentra in sé l’autorevolezza del Corriere della Sera e della Treccani, lo devo alle persone che hanno collaborato con me. Sono tutti intorno a Nalda, in Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze, detto anche il palazzo dei Bischeri,a festeggiare la sua meritata pensione. Grazie a tutti, colleghi.
Il 15 ottobre 2002 ho avuto la dolorosa fortuna di intervistare Adriano Sofri nel carcere Don Bosco di Pisa per conto della Regione Toscana che aveva organizzato un convegno su “I luoghi della povertà”. L’allora vicepresidente della Giunta regionale, Angelo Passaleva, un ex democristiano antiabortista, lontanissimo da me, col quale tuttavia, nel corso del tempo, ho stretto una rispettosissima e credo reciproca stima, mi chiese di farlo, per tramite del suo capo segreteria, Mauro Banchini, ora mio collega a Toscana Notizie, altra persona degna di rispetto. Anche da Sofri la mia distanza era assoluta: lui è stato il leader di Lotta Continua, e noi figgicciotti, pur avendo molti amici in Lotta Continua, ci sentivamo abissalmente lontani da loro e loro da noi. Però, col tempo si cambia, e Sofri è cambiato tanto, tantissimo. La sofferenza l’ha cambiato ancora di più, ed oggi, insieme a Luciana Littizzetto e pochi altri, è una delle poche menti che ci guidano a capire un po’ di più, a guardare un po’ oltre. Quest’intervista, che ho fatto insieme a Oronzo Cagnazzo, racconta cose banali e perciò geniali. La dedico al mio amico Saber. Che in arabo significa “pazienza”. Grazie Adriano.
Racconti di Daniele Pugliese, direttore di Toscana Notizie
Italo Calvino
(Il Sole 24 Ore Radiocor) – Milano, 01 feb – Un pizzico di Italo Calvino e delle sue descrizioni minuziose, scientifiche e graffianti. Una spruzzata di Joseph Conrad, del suo gusto per l’esotico e per la crudezza dei fatti. E in aggiunta un po’ di quel gusto per l’assurdo razionale e per i paradossi senza risposta tipico di Dino Buzzati. (continua…)
CULTURA: ‘SEMPRE PIU’ VERSO OCCIDENTE’, LIBRO RACCONTI DI PUGLIESE
(ASCA) – Firenze, 17 nov – Dieci racconti alla ricerca dell’assurdo, del refuso. E’ ‘Sempre piu’ verso occidente’ il libro, il cui titolo e’ tratto da un racconto di Primo Levi, scritto da Daniele Pugliese (Baskerville, 18 euro), gia’ vicedirettore de L’Unita’, vicecaporedattore della redazione fiorentina del giornale, oggi direttore dell’Agenzia di informazione della giunta regionale Toscana Notizie. Cosa lega la frase ”Che cos’e’ un nemico’?” di ‘Ebrei erranti’ al ”redattore d’istruzioni” di ‘La pasticca verde”? (continua…)
Daniele Pugliese, torinese, movimento studentesco in gioventù, oltre trent’anni di carriera giornalistica sulle spalle, ha all’attivo numerose pubblicazioni, da solo o con altri: una monumentale storia del Pci, un saggio sulla nascita del movimento cooperativo ed un altro sulle fortune del sigaro toscano, oltre alla curatela per conto de “l’Unità”, il giornale nel quale ha lavorato per oltre vent’anni come redattore e poi vicedirettore, di volumi sulla massoneria e sul mostro di Firenze.
Per dieci anni è stato il direttore di Toscana Notizie, l’Agenzia di informazione della Regione Toscana.