13 maggio 2010
Umberto Galimberti
Il maschio, almeno nel suo immaginario, non è monogamico. Le sue fantasie poligamiche sono forse il retaggio culturale della pratica animale dove, salvo le eccezioni di alcune specie, la monogamia non esiste. La fedeltà, se la vogliamo scarnificare un po’, è la virtù di chi si sente più debole nella coppia e ha l’impressione che, perso quell’uomo o quella donna con cui vive, non ha altra chance che il deserto della solitudine. E allora si abbarbica all’indifferenza dell’altro/a, quando non alla sua ostilità, profondendosi in quelle forme esasperate d’amore che sono il rovescio del suo bisogno assoluto dell’altro. In ogni virtù non ho mai visto nulla di nobile, ma sempre e solo il soddisfacimento mascherato di un bisogno. Se il bisogno di rassicurare la propria intrinseca insicurezza genera la fedeltà, il bisogno di non annullarsi nell’altro genera il tradimento.
(continua…)
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10 aprile 2010
Erri De Luca
Non esiste il tradito, il traditore, il giusto e l’empio, esiste l’amore finché dura e la città finché non crolla
Erri De Luca
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15 marzo 2010
Salì sull’autobus con la borsa della spesa. La vita doveva proseguire normalmente, così aveva deciso. Conteneva tutte le verdure di un completo pinzimonio. Quel piatto è niente ed è tutto. Anche il giorno prima era così. Con lui c’era tutto e c’era niente. Non c’è bisogno di spiegarlo. Anche oggi era così. Tutto e niente, anche se di segno opposto. […]
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12 marzo 2010
A Monica, contro ogni evidenza
Si precipitò allora in un negozio di libri del centro e, con un certo stupore del commesso, ordinò due volumi di un dizionario enciclopedico della lingua italiana. Poi passò da un vecchio amico che lavorava in una tipografia e lo pregò di spaginargli quei due vocabolari. Anche l’amico, come il commesso, lo guardò con aria stupita, ma non gli fece neanche una domanda. Era basso e dall’aspetto fragile, ma sembrava un rude boscaiolo quando sfasciò le due copertine di cartoncino telato. I volumi, ancora rilegati, finirono l’uno accanto all’altro sotto una potente taglierina che non sembrò faticare molto per affondare la lama nelle oltre duemila pagine dopo che il linotipista l’ebbe allineata a pochi millimetri di distanza da dove partiva l’inchiostro.
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